1972 - 2022 Cinquant’anni del Parenti
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Teatro

La vita davanti a sé

Le recite sono terminate. Clicca qui per i prossimi spettacoli in scena al Parenti.


28 Gennaio - 6 Febbraio 2022

Sala Grande

1 ora e 30 minuti

© Gianni Biccari
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Silvio Orlando in
La vita davanti a sé
tratto dal romanzo La vie devant soi
di Romain Gary Emile Ajar © Mercure de France, diritti teatrali gestiti dalle edizioni Gallimard con il nome di “Roman Gary” come autore dell’opera originale

direzione musicale Simone Campa
con l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre
con Simone Campa chitarra battente, percussioni, Gianni Denitto clarinetto, sax, Maurizio Pala fisarmonica, Cheikh Fall kora, Djembe
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
fonico Gianrocco Bruno
amministrazione Teresa Rizzo
riduzione e regia di Silvio Orlando

produzione Cardellino srl

Silvio Orlando: un attore in stato di grazia [...] superlativo nello spettacolo da lui stesso diretto.

Franco Cordelli - Corriere della Sera

Strepitoso. Silvio Orlando intenerisce, commuove, diverte, con i tempi giusti che strappano qualche risata e soprattutto applausi a scena aperta.

Fulvia degl'Innocenti - Famiglia Cristiana

Pubblicato nel 1975 La vita davanti a sé è la storia di Momò, bimbo arabo che vive a Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che si prende cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo intenso e ancora attuale, che racconta di vite sgangherate ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia.

Silvio Orlando ci conduce nelle pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò, diventando con naturalezza quel bambino nel suo dramma. Un capolavoro “per tutti”, dove commozione e divertimento si inseguono senza respiro. Il genio di Romain Gary ha anticipato, senza facili ideologie e sbrigative soluzioni, il tema della convivenza tra culture e religioni diverse. Il mondo ci appare improvvisamente piccolo, claustrofobico e trova un senso solo nel disperato abbraccio contro tutto e tutti di Momò e Madame Rosa e in quelle ultime parole: “bisogna voler bene”.

Un racconto di vite sgangherate, ma anche in un'improbabile storia d'amore toccata dalla grazia.

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