Una serata interamente dedicata alla cantante Milva, voluta dalla figlia Martina Corgnati
e organizzata da Associazione QUALIA, Medicinema Italia Onlus e Teatro Franco Parenti.
Martina Corgnati “gioca” insieme a Pino Strabioli
con l’accompagnamento di filmati di archivio RAI
performance musicali di Giovanni Nuti
Dopo l’incontro verranno battuti all’asta da Christie’s importanti abiti di scena dell’artista, donati dalla figlia all’Associazione QUALIA. I proventi dell’asta saranno dedicati ad un percorso di ricerca sull’umanizzazione della cura.
Una serata per Milva, grande artista di fama internazionale amata per la sua attività musicale e considerata una musa ispiratrice di grandi creatori teatrali.
Indimenticabile messaggera di cultura e di eleganza naturale che le ha permesso di indossare con stile insuperabile abiti da scena creati per lei dai migliori stilisti del mondo, tra cui Ferré, Versace, Armani e molti altri. Un talento spontaneo indimenticabile e una grandissima dedizione al lavoro hanno reso Milva un simbolo trasversale della cultura italiana e internazionale.
In occasione del 72° Festival della Canzone Italiana sono stati esposti presso il Foyer del Casinò di Sanremo alcuni preziosi abiti che Milva ha indossato nel corso della sua carriera. Vera e propria maestra di eleganza, ha infatti sempre concepito l’abito come parte integrante del suo messaggio artistico.
Grazie alla generosità della prof. Martina Corgnati, figlia dell’artista, la donazione di questi abiti ed accessori servirà all’avvio del primo progetto di cura con l’arte intitolato appunto a Milva: durante la serata saranno battuti all’asta da Cristiano De Lorenzo, direttore generale di Christie’s Italia.
Il ricavato verrà devoluto alle associazioni no profit Qualia e MediCinema Italia, che da anni operano in ambito di neuroscienze e cineterapia, per la creazione di una rete di luoghi di cura con l’arte rivolta alle persone fragili e ai loro familiari, anche attraverso l’esperienza artistica. Il progetto sarà incentrato sull’attività sia di ricerca sia applicativa del rapporto tra arte e scienza.
L’Associazione QUALIA per la ricerca teorica e applicata in neuroscienze cognitive è nata nel 2011 per supplire a quella che sta diventando una vera emergenza italiana: il reperimento di fondi per la ricerca scientifica, in particolare nell’ambito delle neuroscienze cognitive, che si occupano, tra l’altro, di patologie con grande impatto sociale come l’Alzheimer e le demenze in generale.
Fondata da un gruppo di professionisti e ricercatori, è presieduta dalla professoressa Gabriella Bottini, docente di neuropsicologia, direttrice del Laboratorio di Neuropsicologia Cognitiva e Forense – Neuroscienze e Società (CFNNS) dell’Università di Pavia e responsabile della struttura semplice dipartimentale di neuropsicologia cognitiva dell’ospedale Niguarda di Milano.
L’associazione ha erogato in questi anni diverse borse di studio a giovani neuropsicologi e ricercatori in generale sia per attività di ricerca sia per affiancare progetti clinici. È convenzionata con l’Università degli Studi di Pavia e l’Ospedale Niguarda per diversi percorsi di ricerca. Inoltre, Qualia organizza corsi per operatori del settore e incontri formativi sui disturbi cognitivi rivolti al grande pubblico e ai giornalisti. e collabora con l’Osservatorio Alzheimer del Comune di Milano, attraverso la partecipazione attiva di membri del suo direttivo a questa istituzione che, tra le altre cose, ha promosso la Carta dei diritti del paziente con deterioramento cognitivo.
Martina Corgnati, storica dell’arte, è docente di Storia dell’Arte Medievale presso la Scuola dei Beni Culturali – Dipartimento di Comunicazione e Didattica – dell’Accademia di Brera di Milano. Dal 2018 è Preside di Dipartimento. Ha pubblicato una ventina di volumi e curato oltre duecento mostre nazionali e internazionali, dedicate a maestri del Novecento, delle avanguardie e d’arte moderna e contemporanea. Negli ultimi anni, il suo principale interesse verte sui rapporti fra l’antico e il moderno; in proposito ha pubblicato L’ombra lunga degli Etruschi nell’arte del Novecento, (2018, Johan & Levi). Ha collaborato fra l’altro con Arte, Flash Art, Panorama, la Repubblica e attualmente Style il magazine del Corriere della Sera. Ha curato decine di mostre retrospettive dedicate a maestri delle avanguardie e neoavanguardie, come Meret Oppenheim (Milano, Refettorio delle Stelline, Galleria del Credito Valtellinese, 1998/99) oppure storiche quali Dal Marmo al Missile (Orangerie della Villa Reale, Monza, 2019).
MediCinema Italia – Il cinema che cura, è una Associazione non profit nata nel 2013 e ispirata a MediCinema UK, attiva in Gran Bretagna dal 1996. È l’unica organizzazione italiana che utilizza il cinema come terapia e percorsi riabilitativi. Peculiarità è la realizzazione di sale cinema senza barriere e l’allestimento di spazi dedicati alla cineterapia negli ospedali e case di cura nazionali. È presente al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma e al Grande Ospedale Metropolitano Niguarda a Milano, con due sale cinema inaugurate nel 2016 e 2018. Grazie alla collaborazione di medici e psicologi e alle ricerche cliniche condotte in collaborazione con le Università , MediCinema Italia dal 2017 opera in ambito di neuroscienze e cineterapia, misurando i benefici prodotti dalla visione filmica . E’ dimostrato che il cinema puo’ essere strumento di valida assistenza psicologica nel miglioramento della qualità della vita delle persone. L’attività dell’associazione include anche l’offerta di laboratori artistici accuratamente realizzati e finalizzati al miglioramento del benessere del paziente con un ruolo rilevante sui tempi di guarigione, e per le persone fragili con un intervento mirato di sostegno e supporto psicologico attraverso l’esperienza artistica
MediCinema inoltre collabora con l’Associazione Qualia sul progetto di ricerca applicativa del rapporto tra arte e scienza ed opera dal 2014 con il Patrocinio del Ministero della salute e del settore cinema con ANICA. Il regista Premio Oscar Giuseppe Tornatore ha voluto donare a MediCinema: il suo tempo e la sua creatività, per raccontare in un video l’efficacia della cura con il cinema