Archivio / Ai Bagni MisteriosiMostre

Short stories

Mostra di Paolo Ventura

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Mostra di Paolo Ventura

Paolo Ventura nasce a Milano nel 1968. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera e lavora per diversi anni come fotografo di moda, collaborando con riviste acclamate come Elle, Marie Claire e Vogue prima di trasferirsi a New York.

Qui inizia un lavoro di costruzione artigianale di scenari popolati da burattini, piccoli set teatrali fatti a mano utilizzando materiali di recupero che evocano i tempi passati.

Tavolta le scenografie diventano veri set fotografici dove l’artista entra a far parte di questi mondi fantastici, ritraendo se stesso o la sua famiglia come interpreti delle storie che va a costruire; e alla fotografia sovrappone un lavoro pittorico di collage, un iter complesso fatto di ricerca storica, artigianato, manualità, composizione scenografica, fotografia e pittura in un mix di grande fascino.

Fin dagli anni newyorkesi Paolo Ventura espone in diverse gallerie prestigiose, sia negli USA che in Europa, e grandi musei acquistano sue opere. Al suo ritorno in Italia, continua a realizzare le sue storie e avvia collaborazioni con importanti teatri.

Dall’incontro con Andrée Ruth Shammah, regista dello spettacolo Il delitto di via dell’Orsina di Eugène Labiche, per cui realizza sagome come elementi di scenografia, nasce la collaborazione con il Teatro Franco Parenti e il progetto di esporre il suo lavoro ai Bagni Misteriosi.

Paolo Ventura è nato a Milano nel 1968. Nei primi anni ’90 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera che lascia quasi subito per interessarsi di fotografia. Nei successivi dieci anni, è fotografo di moda, di design e di paesaggio ma decide di abbandonare la fotografia commerciale e di trasferirsi a New York. In un piccolissimo studio a Brooklyn, quasi uno sgabuzzino, inizia a ricostruire dei diorami relativi alla Seconda Guerra Mondiale in Italia, basandosi sui ricordi e le storie raccontate dalla nonna materna. Nel 2006 pubblica “War Souvenir”, il lavoro è un enorme successo al quale seguono numerose mostre in tutto il mondo. Negli anni successivi continua la sua ricerca artistica creando molti altri lavori tra cui “Winter Stories”, “The Automaton”, “Short Stories” e “Quarantine Diary”. Il suo lavoro è stato inoltre d’ispirazione per la realizzazione di scenografie e costumi per diverse opere del Lyric Opera of Chicago e del Teatro Regio di Torino. Le sue opere fanno parte di importanti istituzioni pubbliche e private tra cui il Boston Museum of Fine Arts, il MAXXI di Roma e la Maison Européen de la Photographie di Parigi.