Con te, Afrodite, ho parlato in sogno
Laura Marinoni legge i Lirici greci di Roberto Mussapi
al violoncello Salvatore Iaia
In questa sua opera poetica autonoma, Mussapi ci svela un altro volto dei Lirici greci: solari e ieratici sì, ma anche immersi nel magma del mondo. Attraverso la loro voce, crea versi nuovi, di misteriosa e travolgente potenza e, ai lirici puri, affianca inoltre le voci dei grandi tragici: Eschilo, Sofocle, Euripide.
La serata si apre con il monologo della nutrice di Fedra nell’Ippolito di Euripide che fa da trampolino a Saffo e al tema di Afrodite, la dea dell’amore, al centro di tutto. Un flusso poetico dalla passione bruciante alla brevità della vita, dalla malinconia della vecchiaia all’amore quando non è più possibile.
E poi il tema della resistenza del Greco al dolore e al nulla, la guerra, l’ebbrezza alcolica come resistenza al dramma di vivere. E infine i versi dedicati al poeta, il guaritore capace di esaltare ogni sentimento.
La lettura culmina con un passo tragico scritto dallo stesso poeta traduttore, Roberto Mussapi: “Ho fatto parlare i Lirici, concludendo il viaggio con un mio verso su Eco, la voce che permane.”
Un’occasione unica per sentir riecheggiare la poesia epica, lirica e drammatica di un maestro di oggi, che ha saputo trasformare il suo lavoro di traduzione di Shakespeare, Melville, Baudelaire, Beckett, Villon e Properzio in fondamento linguistico e far rivivere le voci dei lirici dell’antica Grecia in una lingua a noi contemporanea.
Dicono alcuni che sulla terra nera
la cosa più bella sia un esercito di cavalieri,
altri di fanti, o una flotta di navi.
Io dico: quello che ami.
È cosa facile da capire,
perché la donna più bella di ogni tempo,
Elena, giudicò l’uomo migliore
Paride che distrusse lo splendore di Troia,
dimenticò la figlia e i genitori…
Afrodite la trascinò via nell’amore.
– Saffo