Archivio / Teatro

Il cacciatore di nazisti

L'avventurosa vita di Simon Wiesenthal

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Il cacciatore di nazisti

L'avventurosa vita di Simon Wiesenthal

Non voglio che le persone pensino che è stato possibile che i nazisti abbiano ucciso milioni di persone e poi l’abbiano fatta franca. Ma io voglio giustizia, non vendetta.
Simon Wiesenthal

Remo Girone è Simon Wiesenthal, ebreo, sopravvissuto a cinque lager nazisti, che ha dedicato il resto della sua esistenza a dare la caccia ai responsabili dell'Olocausto.

Siamo nel 2003 al Centro di documentazione ebraica da lui fondato a Vienna, in quello che il regista Giorgio Gallione immagina come ultimo giorno di lavoro di Wiesenthal.

L’ex prigioniero si rivolge al pubblico, ripercorrendo gli episodi emblematici dei suoi ultimi 58 anni, trascorsi a inseguire coloro che pianificarono la morte di più di 11 milioni di persone, tra cui 6 milioni di ebrei.

Un avvincente thriller di spionaggio e nel contempo un documento storico rivissuto con trasporto, umana partecipazione, sdegno e umorismo ebraico: sul palco la radiografia di uno dei periodi più bui del nostro recente passato.

Un testo affilato, rapido e potente che si interroga sulla feroce banalità del male e che contrasta duramente la rimozione e l’oblio con la narrazione e la memoria.

“Non dimenticate mai, mi fido di voi!” il monito che Wiesenthal scopre in un messaggio realmente trovato tra gli effetti personali di una giovane vittima e che rivolgerà al pubblico a fine spettacolo.


Così la stampa:

Uno spettacolo che esprime un allarme civile, un monito contro la disattenzione politica che può favorire corsi pericolosi della nostra storia.

Una prova d’attore che alterna un coinvolgimento emotivo importante a una lucida testimonianza.

NOTE BIOGRAFICHE

Nel 1941 Simon Wiesenthal, ingengere ebreo austriaco di origini polacche, venne catturato con la sua famiglia e avviati verso i campi di concentramento. La moglie riuscì a nascondere la sua identità ebraica grazie a documenti falsi, che le vennero forniti dalla resistenza polacca in cambio degli schemi degli scambi ferroviari disegnati dal marito. Simon non fu così fortunato e fu internato in vari campi di concentramento, dove sfuggì all’esecuzione in diverse occasioni.

Con la Liberazione e la fine della Seconda Guerra Mondiale, dedicò l’intera vita a documentare i crimini relativi all’Olocausto, consegnando circa 1.100 criminali nazisti, tra cui Adolf Eichmann, l’uomo che pianificò e mise in atto l’eliminazione sistematica di milioni di ebrei. Quello ad Eichmann fu uno dei processi più importanti del secolo scorso. Iniziato nell’aprile del 1961 a Gerusalemme, terminò otto mesi dopo con la condanna a morte per impiccagione dell’imputato per “crimini contro l’umanità”.

Wiesenthal fondò e fu a capo del Jewish Documentation Center di Vienne, dove intraprese le sue ricerche. Fu autore di testi memorabili, The Murderers Among Us, Sunflower e Sails of Hope.