in occasione della pubblicazione della nuova edizione de
Il mito della bellezza di Naomi Wolf (ed. Tlon)
a cura di Maura Gancitano e Jennifer Guerra
traduzione di Marisa Castino Bado
incontro con le curatrici
Il mito della bellezza è quel fenomeno atto a mantenere una gerarchia di potere, a separare ruoli e a contenere desideri. Dal lavoro al sesso, dalla cultura all’alimentazione, dal rapporto con gli uomini a quello con le altre donne, il saggio di Naomi Wolf, stampato per la prima volta nel 1991 e ripubblicato in questa nuova edizione a cura di Maura Gancitano e Jennifer Guerra, scardina il mito della bellezza con l’obbiettivo di farci aprire gli occhi sulle imposizioni che subiamo quotidianamente.
Nonostante siano cambiate molte cose dalla prima edizione di questo classico del pensiero femminista, le dinamiche fondamentali che condizionano la figura della donna sembrano essere rimaste le stesse, poiché – come spiega Maura Gancitano dalla prefazione del libro – l‘utopia di un mondo al di là del mito della bellezza è un’urgenza radicale che continua ancora oggi ad alimentare la nostra immaginazione politica, le nostre lotte, anche interiori, le nostre esistenze.
Naomi Wolf (1962) è una scrittrice e giornalista americana. È divenuta celebre all’inizio degli anni Novanta con Il mito della bellezza, che l’ha consacrata come portavoce della terza ondata del movimento femminista. Tra le sue pubblicazioni più celebri The End of America e Give Me Liberty. Oltre a Il mito della bellezza, è stato pubblicato in Italia anche Vagina.