allestimento di Elisabetta e Francesca Bagliani
a cura di Diletta Ferruzzi
voce narrante Pietro Micci
musiche originali di Paolo Nicolò Ferraguti
Tra i diorami teatrali di Engelbrecht, bellissime marionette viennesi in biscuit colorato, burattini futuristi degli Anni Venti raffiguranti personaggi come D’Annunzio, Mussolini, Giolitti, Vittorio Emanuele, Don Sturzo e Nitti, e teatri lignei, la mostra si compone di tutti quei meravigliosi oggetti che hanno trasformato la casa di Bagliani in un vero e proprio spazio scenico.
“Tutto questo è storia, letteratura, pittura, scultura, luci e parole che nella mia casa diventano spazio scenico“ M.B.
Mario Bagliani (1926 – 1990), è nato e vissuto per il teatro. Ha fatto il teatrante per vocazione e l’assicuratore di professione. Inizia il suo percorso come mimo con Étienne Decroux, il maestro di Marceau e di Barrault, assieme a Luigi Pistilli e Giancarlo Cobelli. Tra il 1947 e il 1948 fonda con alcuni amici il centro studi artistici La Giostra, diretto da Adriano Vercelli. Entra in contatto con l’èlite della cultura italiana classica da Bacchelli ad Apollonio, da Valsecchi a Testori. Nel 1953 inaugura il Piccolo Teatro di Cremona interpretando Saul in Assassinio nella Cattedrale di T. S. Eliot. Nel 1956 vince a Pesaro il 1° premio per l’interpretazione dell’amoroso ne Gli Innamorati di Goldoni.
Cenni storici
Il teatro dei burattini si afferma dopo la Rivoluzione Francese: l’avvento del teatro Giacobino, con la sua poetica volta a salvaguardare la moralità e la dignità dell’uomo, mette in crisi le maschere della Commedia dell’Arte e tutto il loro repertorio, costringendole a “rifugiarsi” nella baracca dei burattini.
Nel XIX secolo i burattini sono un fenomeno comune nelle piazze delle città e diventano un’attrazione in grado di coinvolgere un gran numero di persone di ogni età, sesso, religione. Questa forma di spettacolo si caratterizza per un linguaggio semplice, immediato, ironico, comico e comprensibile a tutti che la rende ancora oggi molto amata dal pubblico.