Alessandro Piperno
presenta il suo ultimo libro
Proust senza tempo (ed. Mondadori)
Tutto ha inizio con un inatteso dono di Natale, negli anni del liceo. Un librone rilegato in similpelle blu navy con intarsi dorati, più simile a una Bibbia da motel che a un romanzo. Il volume in questione è Dalla parte di Swann, il primo tomo di Alla ricerca del tempo perduto.
A distanza di tanti anni, ora che il tempo ha cristallizzato quelle prime impressioni, Alessandro Piperno si volge, per la prima volta in modo così intimo, alle ragioni di quell’incontro felice. Proust non è soltanto l’autore a cui ha consacrato buona parte della sua vita intellettuale. Che lo ha ispirato, come nessun altro scrittore ha saputo fare. Da un certo momento in poi è diventato fatalmente la misura per leggere gli autori amati, Montaigne, Woolf, Nabokov, Roth.
Attraverso “brevi divagazioni di marca plutarchiana, questo libro offre un approccio arbitrario e vecchio stampo che forse, se preso nel giusto verso, potrà giovare sia alla comprensione di Proust che a quella dei maestri che ho voluto affiancargli”.
Alessandro Piperno è nato a Roma, dove vive, nel 1972. Insegna letteratura francese a Tor Vergata. È curatore della collana I Meridiani. Nel 2005 ha pubblicato per Mondadori Con le peggiori intenzioni, il suo primo romanzo, vincitore del premio Campiello Opera prima. È inoltre autore dei saggi Proust antiebreo (Franco Angeli, 2000), Il demone reazionario. Sulle tracce del Baudelaire di Sartre (Gaffi, 2007), Contro la memoria (Fandango, 2012). Nel 2010 è uscito da Mondadori Persecuzione (che in Francia è stato finalista ai premi Médicis e Femina e ha vinto il Prix du meilleur livre étranger) e che insieme a Inseparabili (premio Strega 2012) dà vita al dittico dal titolo Il fuoco amico dei ricordi. Sempre per Mondadori sono usciti i romanzi Dove la storia finisce (2016) e Di chi è la colpa (2021), e i saggi Pubblici infortuni (2013) e Il manifesto del libero lettore (2017).