In occasione della presentazione del libro
Il secolo verde. Per salvare il clima. Storia, propaganda e realtà (ed. Solferino)
l’autore Francesco Rutelli dialoga con Ferruccio de Bortoli
interviene Andrée Ruth Shammah
Se si vuole che il secolo verde – iniziato nel 1970 con il primo Earth Day e destinato a concludersi cento anni dopo, quando l’India dovrebbe azzerare le proprie emissioni di anidride carbonica – non si tramuti in un secolo grigio, o addirittura nero, è necessario agire subito.
Con il ritorno della guerra nel cuore dell’Europa e l’apertura di nuove contrapposizioni geopolitiche la transizione ecologica è ancora più complicata. Intanto gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano in modo sempre più evidente: siccità prolungate, scioglimento dei ghiacci, migrazioni, eventi estremi sempre più frequenti, carenze produttive e aumenti dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli, con crescita delle povertà.
Eppure, mai come oggi, ci sono strumenti tanto potenti ed efficaci per invertire la rotta, a patto che il consenso delle opinioni pubbliche si unisca alla volontà politica dei governanti, specialmente quando le scelte da compiere si mostrano impopolari. Perché ciò accada, scrive Francesco Rutelli, «dobbiamo porci un grande obiettivo: approfittare della necessità di una rivoluzione green per realizzare la più ambiziosa e articolata politica occupazionale dell’età contemporanea, approdando alla creazione di nuovi e buoni posti di lavoro “verdi”».
Infatti, gli enormi passi avanti della ricerca, sostenuti dalla vivida sensibilità ai temi ecologici delle nuove generazioni, possono imprimere una svolta decisiva verso un rinnovamento che è ancora possibile.