Archivio / Teatro

La regola dei giochi

Ucronia. O va tutto bene / Soldato

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La regola dei giochi

Ucronia. O va tutto bene / Soldato

Uno spettacolo sorprendente che racconta gli aspetti più bui del nostro presente e che, grazie alla sua potenza immaginativa, si figura un possibile futuro con lievità, ironia e grazia.

In scena i due episodi di maggior successo de La regola dei giochi, progetto a cura del Gruppo della Creta, che realizza spettacoli incentrati sulla nuova drammaturgia per raccontare la realtà contemporanea e “futuri troppo presenti”.

Ucronia. O va tutto bene e Soldato scritti da Anton Giulio Calenda e per la regia di Alessandro Di Murro, interpretano il dramma della solitudine attraverso un’originale forma scenica e ci trasportano in una realtà dove aridità ed empatia si alternano costantemente, dettando modalità di rapporto peculiari tra i vari personaggi.

Entrambi i lavori sono stati scritti e diretti prima che all’orizzonte si stagliasse la data-simbolo del 24 febbraio 2022, destinata ormai ad assumere un ruolo di cesura fondamentale tra la fine di un secolo e l’inizio di uno nuovo. E a maggior ragione noi ci teniamo a portarli di nuovo in scena. Perché se “ieri” eravamo certi che il mondo si stesse rapidamente avviando verso un sov- vertimento dei suoi equilibri di potenza, “oggi” vogliamo dire che il disagio che avvertiamo non deriva dalla concretezza dei bombardamenti, ma era con noi già da molto tempo.

UCRONÌA (OSSIA FANTASTORIA)

La divertente descrizione di un mondo all’indomani della terza guerra mondiale vinta dagli Stati Uniti. A raccontarla una giovane donna dal suo Google Nido, che gradualmente spiega le peculiarità di questo nuovo sistema globale dove tutto è “americano al massimo”. Dove l’Italia meridionale appartiene alla Turchia, la Russia ad Amazon, i poli sono sciolti, si parla inglese e l’inflazione è stata sconfitta. A sorvegliare sulla protagonista c’è il Google Amico, una figura onnipresente che accompagnerà con ironia e sadismo la descrizione geopolitica resa dalla sua padrona.

SOLDATO

Scritto sette anni fa, quando opinione diffusa voleva l’Occidente ormai immune contro il virus della guerra, questo testo intende richiamare l’attenzione dello spettatore verso i crudeli principi che regolano i rapporti tra Stati nonché quelli tra esseri umani.

In scena due commilitoni ai quali il destino sembra non riservare altro che la pena peggiore possibile tra quelle offerte a chi si ritrova costretto a vivere come minuscola rotella del vasto ingranaggio chiamato “Arte della guerra”: marciare all’infinito senza sapere nulla sul conto del nemico (se non che presto proprio da lui si verrà attaccati) né sul proprio.

È da questa, totale mancanza di informazioni che nasce il fitto dialogo tra il sergente e il soldato semplice. Il primo avvezzo alle durezze della guerra, il secondo ancora alla ricerca di un senso ultimo che possa giustificare l’asprezza del paesaggio che li circonda.

Un teatro che racconta il nostro presente, entrando nei suoi più angusti spazi dove luce non giunge, ma che qui non si ferma; perché spicca il volo e, grazie a un’immaginazione bene addestrata, si figura e dipinge un possibile futuro con lievità, ironia e grazia. Ecco spiegato, in poche parole, La regola dei giochi.
– Pierluigi Pietricola, Sipario

Il lavoro di Anton Giulio Calenda è sorprendente e spaventoso nella misura in cui riesce ad aprire gli occhi attraverso l’esasperazione di gesti e linguaggi che oggi sono per noi talmente comuni da non rendercene conto.
– Flaminio Boni

Il Gruppo della Creta è un team di artisti che dal 2015 realizza spettacoli e progetti incentrati sulla nuova drammaturgia, nella speranza di rappresentare le problematiche della realtà contemporanea. Nel 2018 la compagnia debutta al Todi Festival con la messa in scena dello spettacolo Generazione XX e verrà nuovamente invitata al Todi Festival due anni dopo, nel 2020, con lo spettacolo D.N.A. – Dopo La Nuova Alba. Queste opere nascono dall’amicizia e collaborazione artistica tra il regista Alessandro Di Murro e il drammaturgo Anton Giulio Calenda.