con Chiara Civello
voce, piano, chitarra, percussioni, elettronica
Una riflessione dialettica tra vuoto e amore, davanti ai silenzi, alla vulnerabilità e all’irriducibile malinconia dei giorni. Un confronto con una manifestazione fatta di assenza.
Alternerò a canzoni di forma compiuta momenti di pura improvvisazione, con componimenti di poeti che gravitano intorno a Patrizia. Un concerto che mi vedrà da sola sul palco…o forse no. Canterò canzoni d’amore e una di odio sfrenato.
Sempre Così è una canzone lasciata incompiuta da Patrizia Cavalli, amica, ispirazione, luce infinita che per sempre illuminerà la mia vita. Il brano, da me finito, è oggi presente nel cortometraggio di Céline Sciamma, che abbiamo già presentato a Venezia e che porteremo in giro nei prossimi mesi in altre città d’Italia.
Patrizia aveva in mente tutte le note di una melodia. Voleva diventassero una canzone che fa piangere e, una volta finita, voleva che la cantassi io, perché diceva che ero brava con le canzoni che fanno piangere. Aveva pensato con Diana Tejera anche alle parole per le prime due strofe, mancavano gli accordi, un’altra parte e il resto del testo e ogni tanto provavamo a finirla insieme, senza però mai riuscirci. Un po’ per l’indole comune a procrastinare, un po’ perché non trovavamo mai le parole giuste, un po’ perché eravamo pigre o distratte da altro, lasciavamo tutto così com’era, adducendo che non arrivava quello che lei chiamava Kairos, il momento magico. Il Kairos è arrivato poco dopo la sua scomparsa, nel solstizio d’estate del 2022. Nel settembre successivo, per una serie di coincidenze, ho incontrato Céline Sciamma (anche lei amica di Patrizia) al Festival del Cinema di Venezia, e mentre la ricordavamo, mi è venuta l’idea di proporle di venire a filmare la sua casa, prima che la svuotassero completamente. Così è nato il cortometraggio This Is How A Child Becomes A Poet.
Durante le riprese nella casa ancora piena, avevo raccontato a Céline della canzone rimasta incompiuta, accennandogliela al pianoforte. Dopo aver visto il primo montaggio sono rimasta stupefatta dalla potenza, dalla delicatezza e dalla poesia dello sguardo di Céline e dal fatto che avesse incluso, a mia insaputa, una ripresa di un momento in cui al piano cercavo la canzone. Ho sentito il cinema sulla pelle e, lì per lì, in quel preciso momento, scavando tra la nostalgia, la commozione e la gratitudine, ho trovato il coraggio per finire la canzone, con le parole di alcune poesie di Pat e qualche mia piccola aggiunta, giusto per far quadrare la metrica. Ho subito chiamato un grande arrangiatore, Mario Adnet, una grande orchestra, quella di San Pietroburgo, l’ho cantata, suonata ed ho inserito la voce di Patrizia che legge la sua traduzione di Otello, registrata dal mio telefono a casa sua una sera dopo cena, davanti alla tavola sfatta che tanto le piaceva. Oggi quando ascolto Sempre Così finita, dentro o fuori dal film, mi chiedo se e in quale parte avrebbe pianto o se fa piangere abbastanza per lei. Esigente, tremendamente simpatica, mi manca da morire Patrizia Cavalli. Le sue poesie non avranno cambiato il mondo, ma alcune vite sì. Per esempio la mia.
– Chiara Civello