di Martin McDonagh
traduzione italiana Marta Gilmore
con Ambra Angiolini, Ivana Monti,
Stefano Annoni, Edoardo Rivoira
regia Raphael Tobia Vogel
scene Angelo Linzalata
luci Oscar Frosio
costumi Simona Dondoni
musiche Andrea Cotroneo
produzione Teatro Franco Parenti
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Knight Hall Agency Ltd
McDonagh è noto per il suo stile crudo, ironico e spietatamente realistico. Acclamato a teatro per La trilogia di Leenane e al cinema per film come Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Gli spiriti dell’isola e In Bruges, è considerato uno dei più brillanti autori contemporanei, capace di intrecciare un umorismo nero a un’acuta critica sociale.
Tensione e humour si fondono in un racconto spietato sulla famiglia e la solitudine. Un legame, quello tra madre e figlia, avvelenato dall’odio, segnato da un conflitto incessante dove rancore e dipendenza s’intrecciano in un gioco perverso di potere e frustrazione. La madre sembra fare di tutto per sabotare la felicità della figlia, vincolandola a sé con sottili manipolazioni e stratagemmi meschini. Ma è davvero solo colpa sua se la vita non ha riservato grandi opportunità alla figlia? Nessuna delle due è un mostro, nessuna è completamente innocente. Sono solo due anime in lotta, ognuna aggrappata con ferocia alla propria disperazione. Tra loro solo battute taglienti, litigi urlati, brutale crudeltà, ma sempre segno di una vulnerabilità disarmante.
Un dialogo intimo e speciale tra madre e figlia, in occasione della presentazione del libro InFame (Rizzoli) di Ambra Angiolini. Per il pubblico de La reginetta di Leenane, ingresso gratuito presentando il biglietto di qualsiasi data dello spettacolo.
Figlia e madre sono al centro di una danza crudele in cui i ruoli di vittima e carnefice si invertono di continuo. Ma chi sta davvero vincendo questa guerra?
A spezzare quest’atmosfera ci pensa l’ironia nera di McDonagh, con uno humour tagliente e dissacrante, capace di strappare risate amare. Si ride, sì, ma a denti stretti, perché l’inquietudine è sempre presente, in un crescendo che lascia emergere un pessimismo quasi tragico sulla famiglia e forse sull’umanità intera.
A dirigere le due grandi interpreti, Raphael Tobia Vogel, già regista di Per Strada, Buon anno, ragazzi!, Marjorie Prime e dei due recenti successi molto apprezzati da pubblico e critica: Costellazioni e Scene da un matrimonio.
Con il biglietto di SETTORE A, in regalo l’ingresso in piscina, valido esclusivamente nella stessa data del biglietto dello spettacolo dalle h 18 alle 22.30.
SETTORE A intero 40€ (compreso ingresso ai Bagni Misteriosi dalle h 18 alle 22.30 per bagno pre o post spettacolo);
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Oppure con i biglietti di SETTORE B e C, puoi acquistare l’ingresso ai Bagni Misteriosi ridotto 5€ valido esclusivamente nella stessa data del biglietto dello spettacolo dalle h 18 alle 22.30.
SETTORE B (file N–R)
intero 30€; under26 23€; convenzioni (Intesa, Pirelli, Fastweb, Abbonati annuali ATM, A2A) 25€;
SETTORE C (file S–ZZ)
intero 20,50€; under26 18€; convenzioni (Intesa, Pirelli, Fastweb, Abbonati annuali ATM, A2A) 18€.
Tutti i prezzi non includono i diritti di prevendita.
Martin McDonagh è un drammaturgo, sceneggiatore e regista teatrale e cinematografico, considerato dalla critica come una delle menti creative più brillanti della nostra contemporaneità. Di origini irlandesi ma nato e cresciuto a Londra, conquista il successo a soli ventisei anni con la sua prima opera teatrale, The Beauty Queen of Leenane (La Reginetta di Leenane), primo capitolo della Trilogia di Leenane, interamente scritta in un solo anno.
Con questo debutto folgorante, McDonagh s’impone sulla scena londinese e raggiunge un traguardo storico: nel 1997 diventa il primo autore, dopo William Shakespeare, ad avere quattro spettacoli rappresentati contemporaneamente nei principali teatri del West End. La sua drammaturgia, profondamente radicata nella tradizione irlandese, è attraversata da una lingua tagliente, da personaggi marginali e da un uso spiazzante del grottesco e della violenza, come dimostrano anche altre sue opere di culto quali The Pillowman, The Lieutenant of Inishmore e A Behanding in Spokane. I suoi testi mettono in scena paesaggi interiori tormentati, famiglie disfunzionali, solitudini estreme e una contemporaneità lucida, aspra, in cui i legami si fanno prigioni. Nel 2004, forte di una reputazione ormai consolidata, McDonagh si affaccia anche al mondo del cinema. Il passaggio è immediatamente coronato dal successo: con il suo primo cortometraggio, Six Shooter, vince l’Oscar.
Da lì prende avvio una straordinaria carriera anche dietro la macchina da presa, firmando pellicole divenute vere e proprie icone della Settima Arte, come In Bruges – La coscienza dell’assassino, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (due Oscar nel 2018) e Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), suo ultimo lavoro presentato nel 2023, candidato a nove Academy Awards e vincitore di otto Golden Globe.
McDonagh è oggi un autore totale, capace di attraversare e fondere linguaggi diversi con una visione inconfondibile, feroce e poetica allo stesso tempo, che continua a sorprendere e scuotere pubblico e critica di tutto il mondo.
Raphael Tobia Vogel inizia la sua carriera come assistente alla regia per cinema e televisione, collaborando con grandi nomi come Pupi Avati – con cui lavora in quattro produzioni tra film e fiction – e Gabriele Salvatores. Per la Rai – Radiotelevisione Italiana, cura la regia di due documentari: uno dedicato alle regioni italiane, l’altro a Gerusalemme.
Nel 2016 debutta come regista teatrale con Per strada di Francesco Brandi, avviando una collaborazione artistica che prosegue con Buon anno, ragazzi!, spettacolo sull’incomunicabilità che gli vale nel 2018 il Premio Nazionale Franco Enriquez come miglior regista under 35. Seguono Marjorie Prime (2019) di Jordan Harrison, raffinato testo finalista al Premio Pulitzer che indaga i temi della memoria, identità e intelligenza artificiale e Mutuo soccorso, una commedia sul conflitto generazionale ambientata in un condominio. Il salto di maturità artistica arriva con i suoi due ultimi lavori Costellazioni e Scene da un matrimonio molto amati da pubblico e critica, che segnano un punto di svolta nella sua ricerca teatrale. Costellazioni (2022) di Nick Payne, una delicata e profonda esplorazione dei rapporti di coppia attraverso il prisma della fisica quantistica, del caso e del libero arbitrio, con protagonisti Elena Lietti e Pietro Micci. Lo spettacolo si distingue per la sua sensibilità registica e l’equilibrio tra complessità drammaturgica e limpidezza narrativa. Scene da un matrimonio (2024), nell’adattamento di Alessandro D’Alatri dal celebre testo di Ingmar Bergman, è un’analisi intima e intensa della fragilità e forza dell’istituzione matrimoniale. Lo spettacolo, interpretato da Fausto Cabra e Sara Lazzaro e messo in scena con una regia essenziale e rigorosa, registra, così come Costellazioni, il sold out in tutte le repliche al Teatro Franco Parenti e un ampio consenso della critica.
Nei suoi lavori, Vogel dimostra una particolare capacità di raccontare la geometria dei sentimenti e le contraddizioni delle relazioni umane, con uno stile registico che privilegia il minimalismo scenico, l’uso poetico della luce e una costante attenzione alla verità emotiva dei personaggi.
Ambra Angiolini è una delle figure più versatili dello spettacolo italiano, capace di attraversare con naturalezza televisione, musica, radio, cinema e teatro. Dagli esordi negli anni ’90 come conduttrice e cantante, ha saputo reinventarsi con intelligenza e determinazione, costruendo nel tempo un’identità artistica solida e trasversale.
In ogni ambito in cui si è cimentata, ha conquistato pubblico e critica con autenticità, misura e rigore espressivo.
Il suo debutto cinematografico nel 2007 segna una svolta: per l’interpretazione in Saturno contro di Ferzan Özpetek riceve il David di Donatello e il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista, oltre al Globo d’Oro e al Ciak d’Oro come rivelazione dell’anno. Un ingresso autorevole nel cinema d’autore, che le consente di affermarsi come interprete matura, lontana dagli stereotipi dei suoi esordi televisivi. Da allora ha lavorato con alcuni tra i più significativi registi del panorama italiano, costruendo un percorso personale e coerente. I suoi ruoli, spesso legati a figure femminili complesse e stratificate, le hanno permesso di esplorare con intensità una vasta gamma espressiva, dal dramma alla commedia.
Negli ultimi anni, il teatro è diventato il cuore di una nuova fase creativa. Ambra Angiolini ha intrapreso un cammino scenico profondo e consapevole, scegliendo testi contemporanei che affrontano temi civili e sociali con sensibilità e coraggio.
Ne Il nodo di Johnna Adams (2022) ha dato voce al dolore sommerso del bullismo scolastico e, soprattutto, alle ragioni che lo generano; con Oliva Denaro (2024), tratto dal romanzo di Viola Ardone, ha portato in scena la determinazione silenziosa di una giovane donna siciliana che, negli anni Sessanta, rifiuta il cosiddetto “matrimonio riparatore”. Lo spettacolo è stato un autentico trionfo: le repliche al Teatro Franco Parenti, articolate in tre diverse riprese, hanno registrato il tutto esaurito, così come la tournée nazionale. Artista capace di attraversare con coerenza i linguaggi dello spettacolo, Ambra Angiolini passa con naturalezza dalla scena al set, dalla voce alla parola scritta.
La sua duttilità, unita a una crescente consapevolezza espressiva, ne fa oggi una presenza unica e preziosa nel panorama culturale italiano.
Ivana Monti è considerata una delle interpreti teatrali più autorevoli della scena italiana, attrice dalla presenza sobria e rigorosa, capace di attraversare con naturalezza generi e linguaggi differenti: dal classico al contemporaneo, dalla commedia al dramma. Nata artisticamente al Piccolo Teatro di Milano sotto la guida di Giorgio Strehler, debutta giovanissima in ruoli centrali del repertorio pirandelliano e shakespeariano affermandosi presto come figura di riferimento del teatro italiano.
Stefano Annoni è un attore milanese diplomato alla Paolo Grassi nel 2005. Nei suoi vent’anni di carriera ha attraversato con versatilità teatro, cinema e televisione.
Si forma con maestri quali Massimo Castri, Mario Gonzales, Lindsay Kemp e Catherine Marnas. Ha lavorato con molti registi tra cui Cristina Pezzoli, Patrice Chéreau, Giorgio Gallione, Cristina Comencini, Gabriele Salvatores e Massimo Navone. Tra i suoi ruoli più noti: il folle architetto in Trappola per topi con Lodo Guenzi ed Ettore Bassi, il ragazzo in mutande in La scena al fianco di Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, e Christopher Marlowe con Giampiero Solari. Interprete eclettico, alterna produzioni istituzionali e circuiti indipendenti, collaborando con realtà come Linguaggicreativi, Il Giardino delle Ore, Artevox, Mumble, Eccentrici Dadarò e la Jaga Pirates Band Teatrale. Le sue produzioni indipendenti hanno ottenuto riconoscimenti in diversi contesti nazionali, tra cui la finale di Inbox Project, varie edizioni di Next – Laboratorio delle Idee e il debutto al Piccolo Teatro con Volo 903. Con il regista Paolo Trotti firma e interpreta la Trilogia della Città (La Nebbiosa da Pasolini, I ragazzi del massacro da Scerbanenco, Purezza e compromesso da Visconti e Testori), presentata al Teatro Franco Parenti. Nel 2024 torna al Parenti con Il sentiero dei nidi di ragno da Italo Calvino, spettacolo per attore e fisarmonicista ora in tournée in Italia e in Europa, insieme ad altri monologhi come Mai mollare! e AUT Un viaggio con Peppino Impastato. Cantattore e autore, si è esibito anche accanto a Enrico Bertolino, Ale e Franz, Raul Cremona e Paolo Tomelleri. Di recente ha debuttato con il Teatro Stabile di Brescia in Le due inglesi da Truffaut, con Leda Kreider e Maria Laura Palmeri.
Edoardo Rivoira diplomato alla Paolo Grassi nel 2017, debutta con Shakespeare in Love diretto da Giampiero Solari e Bruno Fornasari, e lavora con Bob Wilson in Oedipus Rex. Collabora con Chronos3 e Oderstrasse, firmando anche il suono in progetti come Contest e L’Umana Impresa, in scena al Teatro Franco Parenti, dove torna anche con Domani si ricomincia per la regia di Fabio Cherstich. In ambito audiovisivo è diretto da Maurizio Zaccaro in Giustizia per tutti e Fernanda. Studia drammaturgia con Liv Ferracchiati e all’Alta Formazione ERT e Teatro di Roma. Coautore di Contronatura, finalista a OMIS-SIS e premiato con menzioni Carlo Annoni e Testinscena, ha recentemente debuttato al Teatro Out Off.