Un testo incalzante e affilato, quello di Harrower, che la regia ha saputo distillare in una composizione pulita e puntuale, scandita in 24 quadri, 4 modellini, il riflesso della luce nella penombra, il tempo che scorre e vari sacchi di farina che vanno e vengono. Dal modo preciso di pronunciare ogni parola, al palco a ridosso dello spettatore, agli effetti speciali video, tutto mira a immergere lo spettatore nell’esperienza della storia che fa sentire e non solo vedere, partecipare e non solo ascoltare.