Malattia e fantascienza. Ma sono soprattutto la famiglia e le relazioni umane al centro di “Marjorie Prime” testo di Jordan Harrison finalista al Premio Pulitzer 2015, regia di Raphael Tobia Vogel, di scena fino al 17 novembre al Teatro Franco Parenti di Milano. Alla sua terza regia, Vogel scandaglia la drammaturgia di Harrison liberandone tutte le potenzialità espressive e il sottotesto, grazie anche a quattro attori di rara intensità. In un futuro non così lontano, l’ultraottantenne Marjorie (Ivana Monti), sta vivendo i primi sintomi del morbo di Alzheimer. Per frenarne il decadimento, la figlia Tess (Elena Lietti) e il genero Jon (Pietro Micci) chiamano in servizio Prime (Francesco Sferrazza Papa), proiezione digitale e ringiovanita di Walter, marito di Marjorie deceduto da alcuni anni.