Dante Isella: una serata in onore del padre della filologia d’autore
di Mattia Rizzi
«Per conoscere l’indole di un popolo val più la lettura del dizionario della sua lingua che non tutte le storie». Questa citazione dalle Note azzurre di Carlo Dossi riassume il senso della serata in onore di Dante Isella, di cui quest’anno ricorre il centenario. Una straordinaria Anna Nogara ha recitato infatti per il pubblico della Sala Grande alcune voci del Varon, il primo vocabolarietto milanese uscito per le stampe nel 1606 e di cui Isella ha curato un’edizione nel 2005. Quale migliore opportunità per celebrare uno studioso che a Milano e alla “lombardità” ha dedicato le sue fatiche filologiche?
La vertiginosa lista di lemmi sciorinati dall’attrice è ritmata da citazioni letterarie di grandi autori lombardi: per spiegare che cos’è il corsett varrà la pena recitare qualche verso dal Lament del Marchionn di gamb avert di Carlo Porta, in cui «la cara Tetton d’or […] la gh’eva sù on corsett / de velù ross scarlatt strengiuu suj fianch». Così come per rendere l’idea del garbüj, il “garbuglio”, si potrà rileggere il passo sullo gnommero gaddiano. Divertenti anche gli intermezzi canori, in cui Nogara canta Janacci o Vanoni per mettere in musica il basel, il “gradino della scala”, o la scighera, parola con cui i milanesi indicano la “nebbia”. Intervallano il monologo dell’attrice anche gli allievi di Isella, che rileggono alcuni passi dei contributi scientifici del maestro: curiosissima l’etimologia di lumacare, ossia il verbo che indica il modo di mangiare degli amanti, i quali sbocconcellano i pasti lentamente come le lumache con le foglie dei vegetali.
Il risultato complessivo è travolgente e la platea piena di ragazzi si lascia coinvolgere da questa performance stravagante e molto ironica. Celebrandolo nel teatro di cui fu uno dei fondatori, gli allievi di Isella proseguono idealmente il suo magistero, che si concretizza oggi con il progetto A Milano sette cantieri per Dante Isella. Col supporto di alcune istituzioni culturali cittadine come la biblioteca Trivulziana o la Nazionale Braidense, lo scopo delle attività è quello di avvicinare gli studenti ai testi e al metodo critico di Isella. Se è vero l’adagio medievale per cui siamo nani sulle spalle dei giganti, per i ragazzi sarà un’occasione ghiotta vedere il mondo da quelle del «maestro per eccellenza della filologia d’autore».