Sik-Sik. Meno di due: l’equazione delle relazioni ai tempi dell’online.

9 Dicembre 2024

Meno di due: l’equazione delle relazioni ai tempi dell’online.
di Chiara Narciso

Provare a piacersi nella realtà, questa è la circostanza che muove Teatrodilina, gruppo di lavoro attivo nel campo teatrale composto da maestranze che spaziano dalla scrittura alla musica, nella messa in scena di Meno di due. Conoscersi online, raccontarsi spudoratamente senza la necessità di porre confini e contemporaneamente rimanere circoscritti all’interno del limite stesso che impone il mezzo: in cosa si traduce però questa modalità comunicativa quando i corpi si incontrano nello spazio? I due protagonisti principali – interpretati da Anna Bellato e Francesco Colella – ripercorrono, nel viaggio vertiginoso della durata di un giorno, l’incontro tra quelli che non sono effettivamente né conoscenti né sconosciuti.

L’assurdità di conoscere una persona mai incontrata, di sposare i suoi desideri più profondi, di essere informato su gusti, lavoro, famiglia fino ad avere dell’altro un’idea, apparentemente un quadro completo, senza averlo visto mai. L’incontro tra i due personaggi esplora l’imbarazzo di un primo appuntamento, la voglia di stupirsi vicendevolmente, di rendersi appetibili attraverso una serie di scenari di vita quotidiana. La drammaturgia li conduce dalla stazione a un caffè, da alcune grotte da visitare a un viale da percorrere passeggiando. L’attenzione rispetto al silenzio è costantemente viva: capace di creare un livello considerevole di disagio e intralcio, viene evitato dai due interpreti nel tentativo di comunicare sinceramente e senza intoppi. Allo stesso tempo la solidità della conoscenza avvenuta online vacilla nell’incontro casuale con un terzo personaggio, un amico o forse un amante occasionale della protagonista femminile, responsabile della rottura di quell’equilibrio già raggiunto con difficoltà sul finale.

In un triangolo di voci, pensieri, scuse e giustificazioni viene esemplificata la retorica delle relazioni contemporanee in cui non ci si definisce come insieme, ma neanche come singolo. Dall’incontro scaturisce comunque un’evoluzione che rende i protagonisti “più di uno, ma meno di due”, unendoli nella consapevolezza, per nulla celata dalla regia di Francesco Lagi, dell’esistenza di una solitudine che va oltre i rapporti con l’altro, i vincoli amorosi, le amicizie. Una solitudine vissuta intimamente e parte del destino dell’essere nell’epoca odierna.

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