In occasione della presentazione della nuova edizione aggiornata con contenuti inediti de
I quattordici mesi. La mia resistenza (ed. Chiarelettere)
di Enzo Biagi
intervengono
Loris Mazzetti, curatore del volume,
Carla Biagi, figlia di Enzo Biagi e Lucia Massarotti, nipote di Enzo Biagi
modera Carlo Verdelli
All’inizio del 1944, quando si rifugiò sulle montagne per aderire alla Resistenza nella brigata Giustizia e Libertà, Enzo Biagi aveva ventitré anni. Soltanto pochi mesi prima era convolato a nozze con Lucia Ghetti, maestra di scuola elementare e donna che avrebbe amato per tutta la vita. Ed ecco che già si trovava di fronte a un bivio: da una parte l’adesione alla Repubblica sociale nell’ora più buia del fascismo, dall’altra la scelta della clandestinità e della lotta partigiana. Si decise per quest’ultima.
«Quei quattordici mesi con la brigata Giustizia e Libertà sono stati i più belli della mia vita», avrebbe raccontato più tardi: mesi vissuti in sella a una bicicletta, passando le notti nei fienili o sotto gli alberi; soprattutto, mesi di coraggio e di speranze durante i quali imparò sulla propria pelle che cosa significhi rimanere fedeli ai propri princìpi e ai propri valori.
Grazie al lavoro dell’amico e collaboratore Loris Mazzetti, I quattordici mesi raccoglie i ricordi di quel periodo, delle figure quasi mitiche che insieme a Biagi presero parte alla Resistenza – l’Alpino, il partigiano Checco Berti, il capitano Pietro Pandiani –, nonché dell’esperienza di «Patrioti», il giornale per cui lavorò in pratica come unico redattore e del quale uscirono soltanto tre numeri, prima che i nazisti ne individuassero la tipografia e la distruggessero.
Oggi che Enzo Biagi è entrato nella memoria collettiva come uno dei nomi più prestigiosi e autorevoli del giornalismo italiano, questa nuova edizione rende omaggio a lui e a tutti coloro che hanno combattuto per la Liberazione.