Cartellone 2024 - 2025 / Incontri e Libri

Incontro con Vivian Lamarque e Vittorio Lingiardi • 23 Maggio 2025

E intanto la vita?

Cartellone 2024 - 2025 / Incontri e Libri

Incontro con Vivian Lamarque e Vittorio Lingiardi • 23 Maggio 2025

E intanto la vita?

Se lei muore da chi vado?
le chiesi il primo giorno.
Si ricorda?
(cominciamo bene avrà pensato?).

Diviso in quattro stanze, più una camera degli inediti, questo libro è un’opera in versi sul transfert. Da tenere nella biblioteca di una scuola di specializzazione in psicoterapia. Brevi lezioni di psicoanalisi, ossessioni di una paziente che sogna poesie. Brevi testi che con il loro ritmo, alimentato dalle rime, attivano i nostri neuroni. Pagine che riflettono un percorso di analisi junghiana. Ringraziato più volte dall’autrice, venerato e domestico, Jung si diffonde per tutto il testo.

Vivian Lamarque, d’altronde, sarebbe piaciuta allo psicologo svizzero, cultore del Rosarium Philosophorum. Anche lei, infatti, racconta una fiaba sul transfert. Anzi, una fiaba-trattato intessuta di poesie che dedica al suo analista B.M. Nel personalissimo Rosarium di Vivian, il re e la regina degli alchimisti diventano il signore e la signora: lei è imprevedibile nelle sue invenzioni e lui di volta in volta è il signore gentile, il signore mai, il signore intoccabile, il signore loden, il signore usignolo, il signore neve, il signore rapito, il signore d’oro. In questi frammenti di transfert, tuttavia, anche la paziente di volta in volta è la signora dei baci, la signora mezzasera, spostatrice di montagne, la signora dell’ultima volta. Signora d’oro perché è stata una paziente paziente, ma anche perché non ha mai tradito la poesia. Prima durante e dopo. Dimostrando che la psicoanalisi non porta via, insieme ai demoni, anche gli angeli, come temeva Rilke. Ma soprattutto che i demoni e gli angeli, nella poesia, spesso si confondono. Per anni Vivian scrive fogli su fogli e li dedica tutti al suo analista. «Quanto ha dovuto lavorare il mio Dottore», dice. Ne sono sicuro, ma so quanto ha lavorato lei per riconoscere e mettere in versi i grandi temi di un’analisi (e di una vita): accoglienza, frustrazione, confini, cocciutaggine, gelosia, premura, prepotenza, sincerità. Una signora che nell’arco di quarant’anni ha avuto tutte le età, è stata timida e indomita, «giovane e vecchina», capace di coprire l’analisi dei traumi con la polvere d’oro della poesia.

In dono ci lascia la pietra filosofale della sua scrittura di puntigliosa puella. Come diceva Giovanni Raboni, la sua semplicità è quasi feroce. Jung sosteneva che il mistero dell’analisi è racchiuso nella coppia paziente-terapeuta e non può essere tradito dalle parole o esaurito dalle argomentazioni. Ma può essere affidato alla poesia. Di Vivian Lamarque.

dalla postfazione di Vittorio Lingiardi

Vivian Lamarque, nata a Tesero (Trento) nel 1946, è sempre vissuta a Milano. Ha pubblicato Teresino (1981), Il signore d’oro (1986), Poesie dando del Lei (1989), Il signore degli spaventati (1992), Una quieta polvere (1996). Nel 2002 la sua opera poetica è stata raccolta in Poesie (1972-2002). Successivamente ha pubblicato Poesie per un gatto (2007), La gentilèssa (2009), Madre d’inverno (2016) e L’amore da vecchia (2022). Vincitrice di numerosi premi, dal Viareggio Opera Prima (1981) allo Strega Poesia (2023), è autrice di una quarantina di fiabe (l’ultima uscita è Storia con mare cielo e paura) e delle raccolte Poesie di ghiaccio e Poesie della notte. Ha tradotto, tra gli altri, Valéry, Baudelaire, La Fontaine. Collabora con il «Corriere della Sera».

23 Maggio 2025

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