In occasione della presentazione del libro
Buonvino e l’omicidio dei ragazzi (ed. Marsilio),
l’autore Walter Veltroni dialoga con Ambra Angiolini e Michela Ponzani
La nuova indagine di Buonvino, al commissariato di Villa Borghese, comincia con un suono misterioso. Buonvino, mentre festeggia con i suoi il ritorno di Ivano, il barista, al suo chiosco, sente qualcosa che lo inquieta: potrebbe essere una risata, un pianto o un grido d’aiuto.
È mattina presto, è sabato, Villa Borghese ha appena aperto i battenti. Il commissario manda i suoi a controllare, ma non trovano nulla. Eppure, la memoria di quel suono non svanisce.
Così, quando la domenica all’alba lo chiamano perché hanno trovato una ragazza di sedici, forse diciassette anni, impiccata all’orologio ad acqua del Pincio, il commissario capisce, con l’intuito che lo contraddistingue, che quel grido, riso o pianto, è stato una premonizione. Buonvino non ha avuto figli e, davanti al corpo della ragazza, capisce che i figli sono di tutta la società e che gli assassini dei figli vanno trovati.