progetto ideato e scritto da Niccolò Fettarappa
regia Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri
con Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri
contributo intellettuale di Christian Raimo
produzione SARDEGNA TEATRO – AGIDI
con il sostegno di Armunia Teatro, Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della cultura
Con cinico surrealismo e al ritmo di rapide stilettate dialogiche, i pluripremiati Fettarappa e Guerrieri indagano il peso del mondo che grava su “i giovani” ormai addomesticati, su serial killer narcolettici che, invece che conquistare la piazza, sonnecchiano su un cuscino. Una generazione che preferisce, alle strategie d’attacco, le previsioni meteo e i lavaggi delicati.
Ma allora, che farsene di una bomba? Scagliarla come una molotov contro qualcuno, in un attimo di vitalità terroristica? O piuttosto lasciarla lì e aspettare che si spenga? Disinnescarla, disinnescarci.
In un incalzante scambio di parti, i due attori ci spiattellano, con vivacità performativa, tutte le colpe di quella generazione ormai matura che non è riuscita a donare ai giovani un futuro certo, determinando insoddisfazione, repressione, depressione e ansia.
Con feroce cinismo al ritmo di rapide stilettate dialogiche […] Fettarappa e Guerrieri ci fanno sentire il crepitio della miccia che brucia ma la bomba rivoluzionaria non solo non esplode ma farà di peggio, ringrazia. Una sequela di “grazie” finali stringono il cappio della miserevole condizione di chi ha sognato di fare politica, semmai si è pure dichiarato anticapitalista a piedi scalzi, cantando Jovanotti, bevendo un succhetto, senza avere la consapevolezza critica per accorgersi che stava gradualmente trasformando il pugno chiuso in un destro, di destra, da darsi dritto in faccia.
– Lucia Medri, Teatroecritica.net
Un racconto ironico e dinamico su quel che resta della sinistra nella politica e nel costume di oggi. I due protagonisti si alternano in una serpentina di notizie, gag, giochi di parole e situazioni grottesche, in cui si cerca di indagare con ironia pungente la sinistra di oggi, o quel che ne resta. Il pubblico è estasiato dal racconto irriverente e dinamico e non disdegna grasse risate, e gli attori rompono la quarta parete: dialogano col pubblico, scendono in platea per inscenare la lotta armata con le pistole ad acqua…
La sparanoia mette ironicamente a nudo la sinistra di oggi. E così dall’ilarità di un racconto ironico e accattivante, in un attimo ci si sente avvinghiati da una profonda nostalgia per una sinistra, una politica che non esiste più, in un lampo ci si sente orfani di un mondo lento, fatto di comizi, tribune parlamentari in tv e ideali, da tempo sul viale del tramonto, ma forse più autentici.
– Martina Corsi, Gufetto Press