tratto dal testo Offelia di Luca Cedrola (Nardini Editore)
adattamento drammaturgico e regia Graziano Piazza
con Viola Graziosi
musiche originali Arturo Annecchino
produzione Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale
Eroina dell’Amleto di Shakespeare, la vediamo amare fino a impazzire per logoramento; la vediamo cantare, regalare fiori e pronunciare frasi sconnesse. Lo spettacolo la immagina, dolente, tra la sua ultima apparizione nell’opera e il ritrovamento del suo corpo.
Ma cosa accade in quel tempo “off”, quando, libera da ogni vincolo, si perde nella natura fino a lasciarsi cullare dal fiume? Un viaggio interiore, un lungo canto, in cui ritroviamo la nostra esperienza amorosa.
Viola Graziosi, già premiata per questa sua interpretazione, incarna e trasmuta la natura del personaggio in uno spettacolo, un teatro di poesia immerso in un paesaggio sonoro, creato dal musicista di fama internazionale Arturo Annecchino.
Di emozioni ne scorrono tante, in questo lavoro tecnicamente blindato, che non lascia e non potrebbe lasciare al caso nemmeno un respiro. […] C’è una costante interlocuzione con la natura e i suoi suoni e rumori vicini e lontani, con gli oggetti di scena come il velo, la ghirlanda, la collana di perle, il carillon, il giunco che spezza mentre fuori è tempesta. Ci sono frammenti di gesti pieni di senso che arrivano precisi su una nota accentata e poi virano di colpo verso un altro registro. Come in una piccola opera per attore solo, che solo non è e lo sa molto bene.
– Alessandra Bernocco, multiversi.net
Una volta ancora la coppia Piazza-Graziosi è stata meravigliosa e intimamente connessa nella perfetta ricostruzione della tragica condizione della infelicemente scontata ricerca spasmodica dell’altro, a completamento del sé. […] Un’Ofelia perturbante perché perturbata, in caduta libera, finalmente in primo piano, colta nel tempo fra il momento della sua uscita di scena dalla tragedia shakespeariana, e quello del racconto da parte della angosciata regina Gertrude dell’esito ferale per annegamento di quella esistenza: al centro della mise en scene la narrazione intimista delle turbe psichiche che condurranno Ofelia a morte per consunzione.
– tempostretto.it