di Alberto Saibene e Egidia Bruno
con Egidia Bruno
luci e suoni Vincenzo Vecchione
prodotto da Alberto Saibene e Egidia Bruno
Egidia Bruno e Alberto Saibene, artisti coetanei, affrontano in questo lavoro parte del proprio passato: crescere in un Paese apparentemente unificato dai mass–media, in cui settentrionali e meridionali avevano per la prima volta l’occasione di conoscersi, ma dove in realtà le diffidenze verso l’altro erano ancora molto forti.
Rosella è la storia di una ragazza di un paese del Sud Italia che si trasferisce a Milano negli anni del boom. Come milioni di persone è attratta dalle possibilità di lavoro, dal mito della grande città e, nel suo caso, anche dalla volontà di sottrarsi a una condizione femminile che si perpetua da secoli. In fondo, parte perché partono tutti e ad attenderla ci sono parenti emigrati prima di lei. I periodici ritorni di Rosella al paese mettono in evidenza una continua contrapposizione tra Nord e Sud.
Il desiderio di scrivere Rosella nasce dall’incontro tra l’esperienza autoriale e attoriale di Egidia Bruno – il suo percorso biografico di meridionale giunta a Milano in un’epoca successiva, ma con l’eco dei racconti delle generazioni precedenti – e Alberto Saibene, un intellettuale anomalo di famiglia milanese, che ha investigato il ruolo della donna nella regia de La ragazza Carla (2015, prodotto da RAI Cinema, tratto dal poema omonimo di Elio Pagliarani).
Potrebbe essere una vicenda d’emigrazione come tante. Con il senso di un’identità da costruire. Con il bisogno di luoghi in cui riconoscersi. Con la ricerca incessante di una dimensione in cui mettere radici. E invece Egidia Bruno, forte del metodo Stanislavskij che permea la sua recitazione icastica, trasferisce sulla scena il valore aggiunto della propria identità: che è proprio quella di una donna del Sud che vive da qualche decennio a Milano. Per lei, per noi, il tempo scorre inesorabile, portandosi via proiezioni, esperienze, affetti. La narrazione infierisce, scopre i nodi irrisolti, affonda nei nervi scoperti.
– Vincenzo Sardelli, klpteatro.it