Uno spettacolo che racconta la condizione femminile nel periodo che va dagli anni Sessanta agli inizi degli anni Novanta. Storie del passato che valgono ancora oggi.

Egidia Bruno e Alberto Saibene, artisti coetanei, affrontano in questo lavoro parte del proprio passato: crescere in un Paese apparentemente unificato dai mass–media, in cui settentrionali e meridionali avevano per la prima volta l’occasione di conoscersi, ma dove in realtà le diffidenze verso l’altro erano ancora molto forti.

Rosella è la storia di una ragazza di un paese del Sud Italia che si trasferisce a Milano negli anni del boom. Come milioni di persone è attratta dalle possibilità di lavoro, dal mito della grande città e, nel suo caso, anche dalla volontà di sottrarsi a una condizione femminile che si perpetua da secoli. In fondo, parte perché partono tutti e ad attenderla ci sono parenti emigrati prima di lei. I periodici ritorni di Rosella al paese mettono in evidenza una continua contrapposizione tra Nord e Sud.

E la sua storia personale si intreccia con la storia di una nazione: piazza Fontana, la legge sul divorzio, il terremoto in Irpinia. Un’epoca in cui la nostra società è davvero cambiata.

Potrebbe essere una vicenda d’emigrazione come tante. Con il senso di un’identità da costruire. Con il bisogno di luoghi in cui riconoscersi. Con la ricerca incessante di una dimensione in cui mettere radici. E invece Egidia Bruno, forte del metodo Stanislavskij che permea la sua recitazione icastica, trasferisce sulla scena il valore aggiunto della propria identità: che è proprio quella di una donna del Sud che vive da qualche decennio a Milano. Per lei, per noi, il tempo scorre inesorabile, portandosi via proiezioni, esperienze, affetti. La narrazione infierisce, scopre i nodi irrisolti, affonda nei nervi scoperti.

– Vincenzo Sardelli, klpteatro.it

Alberto Saibene lavora in campo culturale da quasi trent’anni in diverse forme. Saggista (L’Italia di Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, 2017; Il Paese più bello del mondoIl FAI e la sfida per un’Italia migliore, Utet, 2019), regista cinematografico (La ragazza Carla, 2015, tratto dal poema di Elio Pagliarani), editore (fondatore di Humboldtbooks nel 2012), autore di documentari di divulgazione culturale, curatore di mostre in Italia e all’estero. Sue ultime pubblicazioni Milano fine Novecento, Storie, luoghi e personaggi di una città che non c’è più e Storie di un’altra Italia (ed. Casagrande).
Egidia Bruno, attrice, autrice e regista. Lucana di nascita, vive a Milano. Ha vinto il premio Troisi col racconto, La mascula, (ed. Colonnese), diventato un monologo con la regia di Enzo Jannacci. Con W l’Italia.it … Noi non sapevamo, (ed. Rubbettino) ha vinto il Premio Internazionale Teresa Pomodoro. Suoi recenti lavori No tu no, omaggio a Enzo Jannacci, Cunti di Casa e Ne veryu – Non ci credo, K.S. Stanislavskij. Per Matera Capitale 2019 e Rai Radio 3, è l’interprete di Mille anni: l’inizio, tratto dal romanzo Premio Campiello Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia. Insieme a Vincenzo Vecchione è autrice del progetto TRACKS, performance poetica digitale in presenza, online e in VR. Dal 2008 insegna recitazione al Mat (Movimento Artistico Ticinese) di Lugano.

2 - 5 Maggio 2024

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