di Walter Veltroni
con Massimo Ghini e Francesco Bonomo
regia Piero Maccarinelli
scene e costumi Maurizio Balò
luci Umile Vainieri
produzione Fondazione Teatro della Toscana in collaborazione con Q Accademy
Dal libro di Walter Veltroni, l’incontro fantastico tra due generazioni dove la storia del nostro paese si intreccia a vissuti lontani e memorie comuni.
Ciao è il racconto di un dialogo impossibile tra un padre e un figlio.
In un giorno di agosto il padre morto all’età di 37 anni si materializza ancora giovane di fronte al figlio, ormai sessantenne, che lo ha sempre cercato. È un racconto sull’assenza, sul bisogno di relazione, sulla dolorosa bellezza della ricerca delle radici della propria vita. Si incontrano, nel palazzo dove le vite di ambedue si sono svolte, due persone che hanno età rovesciate rispetto ai ruoli.
Il padre è un ragazzo, brillantina nei capelli, e il figlio ha quasi il doppio dei suoi anni, ha vissuto molto di più, ha esperienza da vendere.
Ma è un figlio e deve ricevere, più che dare. Cerca di capire la vita, il carattere, la storia del padre. Cerca di comprendere se e come l’aveva immaginata, come gli amici gliela avevano raccontata.
Nel dialogo tra queste due creature, che si svolge in un irreale tramonto che non finisce mai, si snoda anche la storia d’Italia di molti decenni, una storia di cui i due sono stati testimoni e protagonisti. Sono due Italie che si raccontano e si incrociano e due generazioni che si confrontano: quella del padre, che ha partecipato alla rinascita del paese nel secondo dopoguerra, e quella del figlio, che ha partecipato ad una stagione dove molti degli ideali nati nel dopoguerra sono entrati in crisi.
In scena Massimo Ghini e Francesco Bonomo diretti da Piero Maccarinelli.
Massimo Ghini si supera […] e sviluppa a pieno e intensamente la personalità del giovane Veltroni, entrando in profondità nei sentimenti, lavorando sull’intimità di uomo […]
Francesco Bonomo impersona un padre poco coinvolto nell’emotività del figlio, quasi fosse un grillo parlante che torna per lavare la memoria del figlio.
Bellissima la frase conclusiva “essere per te senza poter essere.
INCONTRO>>
Giovedì 20 aprile | h 19.00
Maurizio Porro intervista Walter Veltroni