Il 7 dicembre 1921 nacque a Milano lattore e regista, rivoluzionario interprete della scena teatrale di tutto il dopoguerra Ha attraversato e rifondato i generi, ha lavorato con i più grandi del secolo, da De Filippo a Strehler, da Testori a Fo.
Ci sono attori magnifici ma che si presentano senza rebus, hanno una loro identità e vi gironzolano intorno rispettando le regole del diaframma. Franco Parenti, di cui ricordiamo il centenario della nascita benedetta da SantAmbrogio, addì Milano 7 dicembre 1921, è stato invece un inestricabile groviglio anche sonoro — le sue risonanze nasali, la sua dizione a ostacoli, il girotondo delle labiali — in cui ha trovato spazio, in una carriera troncata dalla prematura morte nel 1989, ogni stimolo e cxiriosità. Ha giocato tutte le partite, con Molière e con Ruzante, con Goldoni e con Gorkji, avendo incontrato storici e complici compagni, mentre la vocazione vera dellesibizionismo dattore gli ha permesso di visitare e soggiornare in ogni girone del teatro. Al diavolo le suddivisioni manichee tra alto e basso, aggettivi intercambiabili, scarrozzante da sempre anche prima di incrociare il competente affetto registico di Andrée Ruth Shammah, il genio di Giovanni Testori e della sua famosa trilogia che inizia scespiriana con Ambleto, la nebbiosa sera del 16 gennaio 1973, prosegue con Macbetto e finisce con la natale e fatale goccia di sperma di Edipus.