di e con Filippo Timi
voce Emiliano Coltorti
corpo Federico Rubino
costumi Fabio Zambernardi
assistenti alla regia Beatrice Cazzaro, Daniele Menghini
macchinista Alberto Accalai
capo elettricista Gianni Gajardo
elettricista Cristiano Cramerotti
fonico Domenico Ferrari
sarta Chiara Lo Mauro
truccatore Enrico Maria Ragaglia
amministratrice di compagnia Carlotta Pircher
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
graphic designer Riccardo Renzi
produzione Teatro Franco Parenti
Mrs. Fairytale, il comico assoluto e l’eros
Mrs. Fairytale oscilla di continuo tra due tonalità emotive: l’entusiasmo che esige la gioia come un risarcimento – come la preda di una caccia celeste – e la tristezza improvvisa e veggente che apre abissi nella quotidianità.
Un tentato suicidio e l’esilarante corsa di una mandria di bufali drogati di Coca-cola; l’uomo invisibile e una matrona – una specie di archetipo felliniano – che dispensa dal seno gigantesco un latte che guarisce; lo sfoggio istrionico e il dramma delle vite mancate. L’alternanza delle scene procede secondo una vera e propria enatiodromia, secondo cioè una furibonda corsa da un estremo all’altro: la comicità surreale che trabocca di desiderio precipita verso un’infelicità che per un istante sembra irrimediabile. E viceversa: l’angoscia che mozza il fiato si trasforma nell’acuto di una canzonetta che, ostentando felicità, finisce col procurarla.
Attraverso questo movimento vertiginoso, lo spettacolo tende a ciò che Charles Baudelaire definisce «comico assoluto».
Mrs Fairytale non fa insomma che mettere in scena, con una comicità che è puro istinto del paradosso, i paradisi mancati di cui abbiamo memoria perché, come recita il sottotitolo, «non si torna indietro dalla felicità».
– Lorenzo Chiuchiù