i Boreali al Teatro Franco Parenti: Intervista a Pietro Biancardi
di Alice Strazzi
L’incontro tra culture differenti è sempre portatore di stimoli nuovi e di ampliamento di vedute. Questo è possibile grazie a i Boreali, festival ideato da Iperborea dedicato alla cultura nordeuropea in tutte le sue forme. Dal 29 aprile al 1° maggio al Teatro Franco Parenti saranno presenti importanti autori e autrici rappresentativi delle tendenze letterarie del Nord Europa. Grazie alla collaborazione con Il Cinemino, sarà possibile entrare in contatto con il mondo cinematografico nordico attraverso due proiezioni, mentre per i più piccoli si terranno laboratori creativi e letture animate. Sono in programma anche numerosi altri eventi da non perdere: uno tra tutti, l’incontro organizzato con Il Post relativo alle questioni di genere, dove si potrà assistere a un momento di confronto molto stimolante tra il modello nordeuropeo e quello mediterraneo a partire da Questioni di un certo genere pubblicato da Iperborea.
Pietro Biancardi, editore di Iperborea e ideatore del festival insieme a Cristina Gerosa, in occasione della conferenza stampa ospitata dalla Libreria Verso, racconta a Sik-Sik lo spirito che anima il festival e ciò che accadrà nei prossimi giorni al TFP.
Da dove nasce la volontà di organizzare un festival di cultura nordica in Italia? Che cosa può generare l’incontro tra queste due realtà culturali?
Trovo che possa essere un momento fondamentale di confronto e di stimolo per Milano, per l’Italia: la cultura nordica è estremamente vivace, racchiude al suo interno realtà anche molto diverse tra loro, tutte però molto ricche e d’avanguardia. Il Nord Europa è in qualche modo un barometro ad alta pressione capace di produrre sempre innovazioni in anticipo rispetto al resto del continente. Questa attitudine all’anticipazione non è una novità secondo Borges: i nordici erano arrivati oltre l’Atlantico, in territorio americano, sei secoli prima che ci arrivasse Cristoforo Colombo; hanno scoperto il romanzo con le saghe, l’arte di Flaubert, circa cinque/seicento anni prima che ci arrivasse l’Europa. Attualmente rimane sicuramente una costante questa capacità dei nordici di creare una produzione culturale sempre molto avanzata, sperimentale, coraggiosa, però oggi abbiamo anche tante possibilità per scoprirla e per esserne al corrente, e in questo senso il festival i Boreali vuole avere questo ruolo di tramite e di via di accesso per l’Italia. Altre vie d’accesso alla cultura nordica sono nate anche grazie alla presenza di casi pop clamorosi, fenomeni mondiali come Stieg Larsson che ha esportato il giallo nordico, oppure successi cinematografici capaci di uscire dai propri confini nazionali. Questo festival mostra la capacità anticipatrice tipica del Nord Europa attraverso le diverse manifestazioni della sua cultura: ad esempio la letteratura nordica ha sperimentato in anticipo l’autofiction, ora ampiamente diffusa in tutta Europa, producendo risultati assolutamente di valore.
La scelta di creare uno spazio riservato esclusivamente ai più piccoli è una caratteristica ormai consolidata de i Boreali. Quale motivo determina la volontà di Iperborea di realizzare queste attività?
Tutto ciò nasce dallo spirito multidisciplinare che anima il festival nel profondo e che si manifesta sempre più nel corso di queste otto edizioni. Essendo promosso da una casa editrice, l’idea iniziale era quella di proporre in Italia la letteratura nordica nelle sue diverse forme. Allo stesso tempo, siamo sempre stati molto attenti alla ricerca di uno sguardo il più aperto possibile, sia per cercare di far arrivare il più ampio pubblico in contatto con il Nord (proponendo, proprio per questo, eventi che spaziano dalla cucina, alla musica, al cinema), sia perché pensiamo che una persona che magari già conosce un aspetto della cultura nordica, possa avere l’occasione di approfondire e ampliare i propri orizzonti. Questo accade anche per i più piccoli: abbiamo sempre organizzato laboratori per loro, adesso però abbiamo ideato una nuova collana di Iperborea dedicata ai libri per bambini e conosciamo quindi meglio questa realtà, avendo anche molto materiale da cui poter attingere. Infatti, nel Nord Europa la tradizione di letteratura per l’infanzia è ricchissima, spaziando da Astid Linger a Selma Lagerlöf. La cultura nordica ha prodotto alcuni tra i più grandi capolavori della letteratura mondiale dell’infanzia.
Qual è l’evento imperdibile de i Boreali?
Consiglio assolutamente gli eventi conclusivi del festival, caratterizzati da un impianto più performativo. Permettono di avere un “assaggio di Nord” variegato e ampio: si può partecipare all’ approfondimento sulla musica metal degli anni Novanta norvegese. Il secondo incontro di chiusura sarà, secondo me, bellissimo e commuovente: un omaggio a Stig Dagerman attraverso un reading musicale realizzato e ideato da Giorgio Fontana. Sono sempre stato curioso di vedere l’incontro tra un autore di culto come Dagerman e una trasposizione spettacolare e teatrale. E poi varrà la pena anche essere presenti al concerto-lettura che chiude il festival.
I festival sono sempre un’occasione di incontro e di contatto. Nel corso di queste otto edizioni quale momento conservi con affetto nella tua memoria?
Forse proprio per opposizione rispetto a quello che è il nostro lavoro come casa editrice, è stata una grande emozione per noi organizzatori uscire dai nostri confini e realizzare un concerto nel foyer del Parenti. È stato davvero significativo vedere circa cinquecento persone ballare la musica di artisti eccezionali, nomi di primo piano della musica pop-elettronica scandinava.