di INGMAR BERGMAN
traduzione italiana Piero Monaci
adattamento teatrale Alessandro D’Alatri
regia Raphael Tobia Vogel
con Fausto Cabra e Sara Lazzaro
scene Nicolas Bovey
luci Oscar Frosio
musiche Matteo Ceccarini
costumi Nicoletta Ceccolini
contenuti e montaggio video Luca Condorelli
aiuto regista Lisa Capaccioli
assistente scenografa Sabina Bratu
seconda assistente scenografa Matilde Casadei
pittore scenografo Santino Croci
direttore dell’allestimento Marco Pirola
direttore di scena Paolo Roda
elettricista Martino Minzoni
sarta Marta Merico
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
Si ringrazia Silvia Giulia Mendola per aver prestato la sua voce
produzione Teatro Franco Parenti
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di Joseph Weinberger Limited, Londra,
per conto della Ingmar Bergman Foundation
© Josef Weinberger Ltd, www.josef-weinberger.com
www.ingmarbergman.se
In scena le dinamiche di coppia, i sentimenti familiari e il peso delle convenzioni sociali: l’anatomia di una crisi matrimoniale che si trasforma, nel confronto con l’altro, in una radiografia del sé.
Vogel – già regista di successi quali Per strada, Buon anno, ragazzi, Marjorie Prime e Costellazioni – ci invita a uno sguardo ravvicinato sulle emozioni e i conflitti di coppia per un’analisi approfondita e dolorosa di una fine. Ma può un amore davvero finire?
Nei ruoli di Marianna e Giovanni, due grandi interpreti.
Sara Lazzaro, formatasi al Drama Centre di Londra, è volto noto al grande pubblico televisivo per la sua partecipazione a DOC e The Young Pope. Ha lavorato nel cinema con, tra gli altri, Andrea Segre e Paolo Virzì e in teatro con la compagnia Vanishing Point diretta da Matthew Lenton e con autorevoli registi tra i quali Giorgio Sangati, Marco Tullio Giordana e Cristina Comencini.
Fausto Cabra è un pluripremiato attore e regista tra i più apprezzati e preparati della sua generazione. È stato tra i protagonisti di Lehman Trilogy di Luca Ronconi e ha al suo attivo importanti esperienze teatrali con grandi registi, da Declan Donnellan a Carlo Cecchi, da Mario Martone a Valerio Binasco.
Massimo Recalcati torna sul palco del Parenti con una lectio sull’amore coniugale. Il matrimonio è davvero incompatibile con il desiderio? Il suo destino è quello di trasformarsi fatalmente in una camera a gas? Esistono matrimoni felici? Oppure il matrimonio è il virus mortale di ogni amore?
Con il biglietto di Scene da un matrimonio
puoi entrare gratuitamente
alle cinque proiezioni della rassegna cinematografica
Scene da Ingmar Bergman. Luci e ombre sulla coppia.
NOTE DI REGIA
La trama di Scene da un matrimonio ruota attorno a Giovanni e Marianna, interpretati da Fausto Cabra e Sara Lazzaro, i quali vivono un rapporto che apparentemente funziona, ma in realtà segnato da crepe e insoddisfazioni, rabbia, risentimento e tensioni accumulati nel corso degli anni. La loro storia rappresenta un riflesso universale delle relazioni amorose, che possono essere fragili, complicate e segnate da alti e bassi. Nonostante i conflitti e le difficoltà, i due personaggi cercano un modo per rimanere uniti, credendo ancora nell’importanza del mutuo soccorso e della vicinanza emotiva. Lo spettacolo esplora anche temi più ampi come il matrimonio, la famiglia borghese e le convenzioni sociali, criticando l’istituzione matrimoniale e mettendo in evidenza il peso delle maschere sociali che spesso impediscono alle persone di conoscersi veramente e di vivere una relazione autentica.
Scene da un matrimonio si focalizza sull’intima rappresentazione dei protagonisti, offrendo uno sguardo ravvicinato sulle loro emozioni e conflitti. Non ci sarà lieto fine bensì un’analisi approfondita e dolorosa della crisi di una coppia. I temi sono affrontati con sfumature leggere e talvolta comiche, cercando di far sorridere o commuovere lo spettatore di fronte all’immaturità, all’infelicità e all’incapacità di Giovanni e Marianna di trovare la pace.
Perché riproporre questo testo proprio oggi? Saprà parlare alle nuove generazioni come ha saputo fare con quelle passate? Una chiave di lettura può essere, a mio avviso, il tema della mancanza di contatto umano, fisico e diretto: centralissimo ai giorni d’oggi, vista la grave dipendenza di molti – giovani, in particolare – da tecnologia, smartphone e social media. Le generazioni più giovani (e non solo) hanno quasi completamente sostituito l’esperienza concreta con quella virtuale. Viviamo in un’epoca in cui telefonare a una persona, invece che mandarle un messaggio, è considerato invasivo. Questo scollamento progressivo dal contatto diretto con il prossimo, dalla condivisione attiva degli spazi comuni, non può che comportare un allontanamento dalla realtà. Invitare dunque gli spettatori ad affrontare esplicitamente la complessità dei sentimenti umani, amorosi, familiari o coniugali che siano, potrebbe ricordare loro quanto siano universali, al di là delle specifiche difficoltà della nostra epoca. Potrebbe forse “risvegliare” qualcosa che è innato in noi, per quanto spesso sopito o nascosto e perfino rassicurare chi pensa di non avere gli strumenti per risolvere la propria situazione sentimentale disastrosa, proprio come quella dei protagonisti di questa storia.
– Raphael Tobia Vogel