Archivio / Teatro

Un cuore di vetro in inverno

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Un cuore di vetro in inverno

Di una cosa oggi sono certo, che le paure ti corazzano ma insieme sbarrano la strada. Però so che è fondamentale affrontare il drago inesistente per tornare vittorioso all’amore sinceramente.

Filippo Timi

Scritto nel personalissimo e inconfondibile stile, che contraddistingue il lavoro di Filippo Timi, Un cuore di vetro in inverno è uno spettacolo fortemente poetico che racconta la storia di un cavaliere perugino costretto a lasciare il proprio amore ad attenderlo mentre è in battaglia. Siamo nel ‘600, anno più anno meno e, come in un romanzo cortese, un cavaliere errante va a combattere contro il drago delle sue paure.

© Noemi Ardesi

Uno scudiero e un menestrello, una prostituta e l’angelo custode costituiscono la piccola corte che il cavaliere porta con sé e che fa da contorno alla sua figura in un carosello tragicomico. Lo spettacolo semplice e giullaresco, raccontato per stazioni come in una sorta di via crucis o sacra rappresentazione, è anche in parte un omaggio a un certo cinema di Pasolini e alle sue atmosfere

Quando ho chiesto a Filippo di fare una serie di serate intorno a delle parole chiave (per esempio la paura, il sogno) lui è arrivato un pomeriggio, si è seduto nel mio ufficio e mi ha letto quello che aveva scritto. È stata un’ora di grande intensità. Non si poteva non cercare di fare di tutto per fargli mettere in scena quelle parole. Abbiamo chiesto aiuto alla Fondazione Teatro della Toscana, che ha sempre ospitato e co-prodotto i nostri spettacoli di Filippo. Ora non ci resta che fare il possibile creando le migliori condizioni artistiche e produttive per accompagnare la nascita di questo nuovo lavoro.
Andrée Ruth Shammah
Timi con lingua da poeta giunge al cuore dell’uomo che cerca il tesoro lontano, e il nemico oltre la selva, per scoprire che tutto, come svela sul palcoscenico, è già nel suo cuore. Peso linguistico e di pensiero che esiste, recitazione forte, voci che parlano teatralmente e corpi che agiscono drammaticamente. Drammaturgia autentica e animante, teatro che svela, tutto scorre, appare e svanisce, ma qualcosa resta: “Gli angeli non conoscono la morte”.
Timi non è un cavaliere medievale, altro merito, ma una felice simbiosi di un Don Chisciotte pronto al rinsavimento e un Brancaleone non picaresco.
Roberto Mussapi – L’Avvenire
L’operazione di Filippo Timi è molto interessante anche sotto il profilo stilistico perché si ispira al romanzo cortese in chiave contemporanea, con inserti musicali e un fraseggio di forte contemporaneità, dove la battuta boccaccesca cede il passo a momenti poetici. […] Alla fine il messaggio emerge, magicamente si riannodano i fili e le scene si ricompongono sotto una luce nuova. […] Il testo mette a nudo l’uomo e la sua solitudine, il disperato bisogno degli altri e di amare, la paura e il coraggio di sognare.
Ilaria Guidantoni – Saltinaria.it
Attraverso la più estrema autenticità tutto può rendersi allegorico e Timi può dimostrare di possedere non soltanto una grande tecnica attoriale, ma anche una dote che sempre più spesso manca sui palcoscenici: la capacità di maneggiare in modo mai casuale i riferimenti e la limpida coscienza della struttura del pensiero che regge il suo lavoro e lo rende chiarissimo e strutturato, evidenziando anche un’accorta regia.
Chiara Palumbo – Cultweek

Un cuore di vetro in inverno di Filippo Timi è andato in scena attraverso un lungo processo laboratoriale con gli attori della Compagnia, iniziato al Teatro Niccolini di Firenze nella scorsa primavera e proseguito durante l’autunno 2018, prima del debutto del 21 ottobre, grazie al sostegno di SIAE.

Si veda l’approfondimento del regista assistente, Fabio Cherstich, rispetto all’uso della lingua e del dialetto sperimentato su e con gli attori >

e il report sulla genesi del testo attraverso le sue varie fasi e stesure, a cura di Beatrice Cazzaro, assistente allo spettacolo, in conversazione con l’autore >