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Un horror psicanalitico. Altro non è «Rosmersholm» di Henrik Ibsen nella visione e nella riduzione di Massimo Castri, che lo mise in scena negli anni 80 eliminando il contesto politico e bloccando lo sguardo su due soli personaggi: il pastore Rosmer, vedovo di Beate, e l’ambigua Rebekka West,che indusse Beate al suicidio. Nel«monodramma a due voci» di Castri tutto comincia dalla fine. Rosmer e Rebekka sono morti.
Li vediamo distesi su due lettini in quella che potrebbe sembrare una camera per bambini.
Lo spettacolo
