
Una gran gabbia da circo, un trono nella nebbia che confonde visioni, forme, colori. A quindici anni di distanza dal debutto, Filippo Timi è da questa sera (alle 20,45) a domenica al Teatro Bellini con il suo “Amleto”, opera cult tra le tante di Shakespeare, icona del teatro d ogni tempo. L’attore ne rivisita filosofia e umori dei personaggi, ne fa ancora gioco d’irriverenza innamorata, cancellandone ogni possibile lettura classica. Qui, di nuovo, come allora, ogni gesto o parola diventa provocazione, gioco e voce personale che rovescia passioni e personaggi. Prodotto da Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana, firmato da Filippo Timi autore, regista e protagonista, lo spettacolo vede in scena Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Lietti, Gabriele Brunelli e Mattia Chiarelli. Timi è stato sempre un discolo del teatro italiano, lo è anche questa volta? «Indisciplinato e poeta, certamente, ma intanto è cambiato lo sguardo dello spettatore, non so se perché mi propongo con meno o differenti insicurezze, ma lo sguardo nel tempo cambia sempre».