condotto da Angela Dematté
con il sostegno di
A cavallo della messinscena de La Monaca di Monza e de I Promessi sposi alla prova, il Teatro Franco Parenti propone un progetto di scrittura teatrale a partire dal lavoro del maestro Giovanni Testori.
Lo fa proprio nel luogo in cui Testori attraversò il suo Manzoni per tra-dirlo, creando un cortocircuito per gli spettatori, che ancora ci sorprende. Il laboratorio si pone l’obiettivo di risvegliare le nostre necessità vitali e drammaturgiche: facendo risuonare dentro di noi simboli e parole che attraversano i grandi classici della letteratura con cui anche Testori si paragonò, troveremo le potenzialità per creare una scrittura originale.
Oltre al laboratorio di scrittura, i partecipanti avranno modo di:
Si invitano a partecipare drammaturghi, attori e registi o aspiranti tali, che intendano trovare un proprio linguaggio originale nella scrittura drammaturgica.
Il laboratorio può interessare anche chi abbia vissuto esperienze di plurilinguismo culturale, intendendo per lingua anche l’idioma dialettale.
Max 15 partecipanti. Sono previsti uditori.
Attrice e drammaturga pluripremiata per i suoi testi originali e i suoi progetti di spettacolo. Da dieci anni nella sua ricerca drammaturgica affronta il problema del linguaggio.
Nata e cresciuta a Trento, dopo la maturità si trasferisce a Milano dove si laurea in Lettere Moderne e si diploma all’Accademia dei Filodrammatici. Fa l’attrice per alcuni anni, alternando progetti personali a lavori da scritturata. Nel 2009 incontra la storia di Mara Cagol e inizia la sua attività di drammaturga per raccontarla. Il testo si chiama Avevo un bel pallone rosso e vince il 50esimo Premio Riccione e il Premio Golden Graal Astro nascente per il teatro. Il lavoro è messo in scena da Carmelo Rifici, con il quale inizia un rapporto di collaborazione e profonda ricerca che dà alla luce alcuni spettacoli: L’officina- storia di una famiglia, il progetto Chi resta (scritto con Renato Gabrielli e Roberto Cavosi), Clitennestra o la morte della tragedia per Elisabetta Pozzi, Il compromesso, scritto per gli allievi dell’Accademia dei Filodrammatici. Con lo stesso regista scrive nel 2016 Ifigenia, liberata prodotto dal LAC di Lugano e dal Piccolo Teatro di Milano.
Negli stessi anni lavora su altri progetti: Stragiudamento e Lungh ‘me la Fabrica del Domm (regia di Andrea Chiodi), Stava la madre (vincitore dei Teatri del Sacro, regia di Sandro Mabellini) , Guida estrema di puericultura scritto con Francesca Sangalli (finalista premio Dante Cappelletti, regia di Renato Sarti). Nel 2014 lavora al progetto Mad in Europe, che vince il Premio Scenario 2015. Lo spettacolo arriva anche secondo al Premio Sonia Bonacina. Nel 2017 lavora alla traduzione de La bisbetica domata di William Shakespeare per la regia di Andrea Chiodi.
Il suo lavoro è stato pubblicato in Italia (Editoria & Spettacolo, CuePress) e in Francia (Les solitaires intempestifs). J’avais un beaux ballon rouge è in scena in Francia, Svizzera, Belgio e Lussemburgo per quattro stagioni con la regia di Michel Didym, premio Palmarès Coup de coeur per gli interpreti Richard e Romane Bohringer.