Archivio / Incontri e LibriAssociazione Pier Lombardo

Banalità.
Luoghi comuni, social network e semiotica

Presentazione del libro di Stefano Bartezzaghi

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Banalità.
Luoghi comuni, social network e semiotica

Presentazione del libro di Stefano Bartezzaghi

La banalità contemporanea non è tutta nei social network, né è banale tutto ciò che è nei social network: essi costituiscono però senza dubbio un buon campo per la sua osservazione.

La banalità è il nostro nuovo demone. È da quest’ultima che vogliamo rifuggire, come dalla noia, ma è questa stessa fuga a renderci sempre più banali (e noiosi, e annoiati). Per i luoghi comuni proviamo esplicite repulsioni e recondite attrazioni, la nostra idea di successo è che tutti notino come siamo bravi a svincolarci, almeno momentaneamente, da essi. In queste pagine Bartezzaghi si arrischia a seguire due convinzioni. La prima è che abbiamo sbagliato spauracchio e che convenga invece cercare di “avere un buon rapporto” (come oggi si dice) con la banalità, nostra e altrui. Come accade con le persone, per “avere un buon rapporto” con qualcuno occorre guardarlo in faccia, conoscerlo, rivolgersi a lui con schiettezza. Dobbiamo farci amica la banalità. La seconda convinzione è che i social network oggi sono un ambiente particolarmente adatto a farcela guardare in faccia e a conoscerla.

Stefano Bartezzaghi è docente di Semiotica e di Teorie della Creatività; collabora con la Repubblica e dirige Il senso del ridicolo, festival di Livorno sull’umorismo. Ha pubblicato diverse raccolte di giochi linguistici, enigmistici e letterari, e ha scritto la prima storia del cruciverba, L’orizzonte verticale (2007). Ha curato e commentato la nuova edizione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau nella classica traduzione di Umberto Eco (2001). Da Bompiani ha pubblicato Parole in gioco (2017).