Archivio / Teatro

Omaggio a Primo Levi nel centenario della nascita

Pagine scelte e lette da Gioele Dix

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Omaggio a Primo Levi nel centenario della nascita

Pagine scelte e lette da Gioele Dix

Gioele Dix legge passi scelti dall’opera di Primo Levi, in occasione del centenario della nascita dell’intellettuale torinese.

La memoria di Primo Levi è un patrimonio prezioso e una riserva etica di umanità a disposizione di tutti. Levi toccò con mano l’abisso più profondo del Male, l’Inferno in Terra. Anche le commemorazioni per il centenario serviranno a trasmettere alle nuove generazioni il testimone che ci ha consegnato”. E’ con queste parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si sono aperte le celebrazioni per il centenario della nascita dell’autore di Se questo è un uomo, avvenuta il 31 luglio 1919.

Per questa occasione straordinaria Gioele Dix ha scelto di dar voce innanzitutto allo scrittore Levi, scegliendo pagine di racconti e scritti ancora poco conosciuti al grande pubblico, oltre a dare un tributo necessario al testimone.

Settanta anni fa usciva a Torino presso un piccolo editore, De Silva, il primo libro di un giovane chimico. S’intitolava Se questo è un uomo. Era l’opera di uno sconosciuto aspirante scrittore, che raccontava agli italiani la tragedia dei campi di sterminio nazisti dove erano morti milioni di persone: ebrei, antifascisti, zingari, omosessuali, militari; uomini, donne e bambini, sterminati dalla macchina tedesca con metodo chirurgico. In questi sette decenni trascorsi da allora questo libro si è trasformato in un classico della nostra letteratura, uno dei libri più letti, commentati e amati dai lettori, tradotto in innumerevoli lingue.

Gioele Dix ha scelto per noi pagine dello scrittore torinese nell’arco di quarant’anni, tanto è durata la complicata carriera di Levi: dalla testimonianza alla considerazione della sua importanza come scrittore tout court, fino ad arrivare alla lettura di alcune pagine tratte da I sommersi e i salvati (1986), ultima opera fondamentale di Levi considerata il suo testamento:

“Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, non previsto da nessuno. E’ avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa, incredibilmente, è avvenuto che un intero popolo civile appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso, eppure Adolf Hitler è stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.”