Archivio / Teatro

Skianto

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Skianto

Una favola amara, un testo spiazzante che mescola rabbia e dolore a una esilarante ironia. Sul palco un anticonvenzionale, istrionico e intimo Filippo Timi.

In una sarabanda di lampi immaginifici e sferzate emotive nell’impasto dolce di una favola pop l’attore racconta l’irrefrenabile ricerca di un’identità fuori dalla “handicappitudine”. Memorie e sogni di un ragazzo afflitto da disabilità: confinato dalla malattia e dai genitori tra le pareti della sua stanza.

Skianto è la bocca murata. È il racconto di un ragazzo disabile che ha il cancello sbarrato. Io spalanco quella bocca in un urlo di Munch. Gli esseri umani sono disabili alla vita. E siamo tutti un po’ storti se ci confrontiamo alla grandezza della Natura. Esiste una disabilità non conclamata che è l’isolamento, l’incapacità di fare uscire le voci. – Filippo Timi

“Skianto” ha rivelato al pubblico, assieme alle eccezionali virtù “trasformiste”, anche tutto il talento drammaturgico di Timi, abile a miscelare dolore e rabbia con momenti di autoironia e squarci di caustica comicità (…) “Skianto” è dunque un atto di ribellione contro l’assurdo conformismo con cui la società piega la fragile singolarità di ognuno di noi. Ma anche un invito a spezzare le barriere mentali e ad affermarla, costi quel che costi.
Michele Weiss - La Stampa
Timi qui invece è uno “Skianto”, performer a tutto tondo con quel suo modo poetico e vivace, verace e tagliente di raccontare, di portarti fino alle lacrime per poi, sul più bello, lasciarti lì sospeso ed immergerti in una bolla psichedelica e trash, rosa e svolazzante.(…) Il suo show sono delle montagne russe esistenziali, emozionali, sentimentali, ti porta in cima alla rupe e poi giù negli abissi ed è vero in entrambi i casi: ti scuote, ti muove, crea empatia, vicinanza, solidarietà con questo brutto anatroccolo nel suo percorso-passaggio doloroso prima di diventare cigno.
Tommaso Chimenti - Recensito.net
Ottanta minuti di puro corpo a corpo con la magia del teatro in cui tutti noi siamo quei corpi non conformi, storti dalla nascita, comunque uno skianto.
Monica Baroni - Vogue
Pigiamino di flanella, capelli a caschetto, dialetto umbro, malinconicamente buffo e puro, Filippo in arte Timi, attore funambolo del cuore: corpo, voce, tenacia, estro. […] Il suo teatro travalica i confini della stanza, la sua logorrea assume toni poetici, commoventi, ironici, svelando i punti di forza di questa performance dal battito strambo e struggente: il ritmo narrativo, l'eclettismo del talento attoriale, la scena mutante e visionaria e soprattutto l'instancabile forza di un attore che si inabissa anima e corpo visceralmente dentro l'esperienza teatrale. Rendendola unica, totale.
Il Sole 24 ore
Il suo teatro travalica i confini della stanza. [...] L’instancabile forza di un attore che si inabissa anima e corpo visceralmente dentro l’esperienza teatrale. Da vedere.
Il Sole 24 ore
Timi è un attore che sfida le convenzioni, vince le resistenze e convince. È carismatico, istrionico, generoso, autoironico, ambiguo, semplice e complesso. […] Nel racconto emerge il suo sentirsi nella doppia gabbia, del corpo e della stanza; si toccano la rabbia dell’impotenza che scoppia devastante, il desiderio d’amore e di sesso, la violenza della società. Ma è il sorriso e lo sguardo beffardo — stupito — sul mondo che domina lo Skianto di Timi.
Magda Poli – Corriere della Sera