Archivio / TeatroAi Bagni Misteriosi

I monologhi della vagina

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I monologhi della vagina

Un successo planetario che ha rotto il silenzio sulla violenza contro le donne, da più di vent’anni un punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana del genere femminile. Il testo nasce da duecento interviste che Eve Ensler realizza con donne di età, etnie, professioni e classi sociali diverse. Dopo cinque anni di ricerche, di scrittura, di letture in spazi off, di premi prestigiosi e di sold out, il 5 febbraio del 2001, Jane Fonda, Alanis Morisette, Glenn Close e molte altre artiste dello stesso calibro, salgono sul palco del Madison Square Garden per celebrare il primo grande V-Day. Aderiscono attrici, cantanti ed intellettuali di tutto il mondo. Il V-Day si replica ovunque. Con gli incassi vengono finanziate importanti iniziative contro la violenza sulle donne. Anche l’Italia partecipa al progetto. Sempre nel 2001, con il Patrocinio dei Beni Culturali e del Ministero delle Pari Opportunità, in tutti i maggiori teatri italiani si moltiplicano i V-Day e si replicano I monologhi della vagina con l’adesione di decine di artiste.

Sono passati vent’anni ma ancora oggi questo testo rappresenta un felice esempio di intelligenza, di ironia e di denuncia.

Ha senso riproporli nel 2021? Certamente sì, perché sessualità, dignità e rispetto della donna sono temi più che mai attuali.

Lo spettacolo è corale, le attrici si dispongono all’ascolto e alla partecipazione di ogni storia, sono racconti veri, alcuni esilaranti, altri terribili, perché evocano l’inaudita e barbara violenza che si compie sul corpo femminile.

La donna parla di sé attraverso il suo organo genitale e lo fa senza enfasi, senza vittimismo, con orgoglio ed eleganza.

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