In occasione dell’uscita del libro di Carlo Calenda
La libertà che non libera.
Riscoprire il valore del limite (La nave di Teseo)
A partire dagli anni ottanta l’unico perno della nostra civiltà è diventato l’individuo e la sua ricerca di illimitata libertà e di crescente appagamento materiale. Il Covid-19 e la guerra in Ucraina ci obbligano a un repentino cambiamento di prospettiva.
Ma i segnali di fragilità etica dell’Occidente erano già visibili da molti anni: la confusione tra desideri e diritti; la politica ridotta a mutevole stile di consumo; la cancellazione della storia e dunque dell’identità; l’assenza di moderazione in tanti campi dell’agire pubblico e privato; il rifiuto dei valori della competenza, dell’autorità e dell’educazione formale; la difficoltà ad accettare le categorie morali di obbligo, dovere e gerarchia. Si è diffusa una cultura che nega il valore del limite.
Abbiamo bisogno di ristabilire dei limiti, anche per essere felici come individui.
Carlo Calenda è segretario di Azione e parlamentare europeo. Dopo una lunga esperienza manageriale in aziende italiane e internazionali ha ricoperto gli incarichi di viceministro per il commercio estero, ambasciatore presso l’Unione Europea e ministro dello sviluppo economico nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Ha scritto due saggi che hanno raggiunto la vetta delle classifiche di vendita: Orizzonti selvaggi (2018) e I mostri (2020).