Archivio / Teatro

Agnello di Dio

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Agnello di Dio

Testo di straordinaria potenza di Daniele Mencarelli, Premio Strega Giovani 2020 per Tutto chiede salvezza, serie Netflix di successo.

Daniele Mencarelli, poeta e romanziere – già Premio Strega Giovani 2020 con Tutto chiede salvezza – affronta i temi della pietas e dell’emarginazione sociale e lo fa con una scrittura limpida, secca, tagliente.

Incoraggiato dal regista Piero Maccarinelli, l’autore scrive questa sua prima drammaturgia, in cui tratta l’eterna resa dei conti fra padri e figli, adulti contro giovani.

Siamo in una scuola cattolica per figli della futura classe dirigente. Samuele è un ragazzo quasi diciottenne, non emarginato socialmente, ma generazionalmente. Una banale riunione scolastica tra il giovane, la preside, una suora e il padre, si trasforma in un processo dove ognuno è giudice e imputato, pronto a dichiarare l’inconfessato o il proprio analfabetismo affettivo.

Così la stampa

Due generazioni messe a confronto, due mondi apparentemente vicini ma così distanti, segnati dall’eterno
scontro generazionale che anima da sempre il susseguirsi delle età e che non lascia spazio a facili e facilitati confronti. Una resa dei conti, tra chi “decide di vivere e chi di lasciarsi vivere”. Un testo profondo nella sua semplicità, poco più di un’ora che scivola via tra riflessioni, emozioni e immedesimazioni grazie alla magistrale interpretazione dei quattro attori in campo.
BresciaOggi


Genitori, insegnanti, operatori del sociale, amministratori, non dovrebbero perdere un’occasione d’oro: assistere a una replica di Agnello di Dio. Per ricominciare a interrogarsi su quanto poco si fa, una volta diventati «grandi», per ricordarsi le pulsioni e i problemi che caratterizzano l’adolescenza, età che tutti abbiamo vissuto. Facile tagliare corto rispetto alle richieste dei giovani, rispetto al loro richiamo alla coerenza. Facile condannarli come meri distruttori dell’esistente senza capacità costruttiva. Ma per gli adulti diventa un meccanismo di difesa, insieme a una malcelata invidia per una freschezza che non si ha più. Testo di straordinaria potenza quello di Daniele Mencarelli.
ManerbioWeek, MontichiariWeek


Uno scrosciare di applausi a non finire (…).
Agnello di Dio è un grande specchio del nostro disincanto, la cattiva coscienza di una civiltà, mentalità, cultura, in declino. Mencarelli non risparmia nessuno, e fa bene. Scuola, famiglia, alta società. Tira in ballo sessualità, droga, politica e religione. L’affabulazione è incalzante e mai falsa – persino il pianto. Tutto è studiato nei minimi particolari. Mescola «vita, morte e libertà» con «multitasking, Dsa e terapia». E non fa una piega. Da vedere.
Lara Minelli, Corriere della Sera Brescia


Le scelte coraggiose di un adolescente per gli adulti sono o una bizzarria o una malattia. Succede anche a Samuele, studente in fase di ribellione: verso il padre manager, verso suor Lucia, preside della sua ricca scuola cattolica. L’interesse di Agnello di Dio di Daniele Mencarelli, allestito da Piero Maccarinelli, è la spinta di persuasione che fa parlare le diverse morali. Esperti e complici gli attori: Fausto Cabra, Viola Graziosi, Alessandro Bandini e Ola Cavagna.
Anna Bandettini, la Repubblica

Daniele Mencarelli, scrittore dell’emarginazione delle periferie, va al cuore del privilegio per questa sua prima opera drammaturgica, là dove emerge il disagio di un ragazzo, che non trova risposta ai grandi interrogativi della vita, tra adulti messi in allarme da poche frasi in un tema, divergenti rispetto a un cammino già prevedibile.
Agnello di Dio mette in campo le questioni aperte, cruciali e quotidiane, del dialogo tra generazioni, del riconoscimento e della trasmissione dei valori, della ricerca del senso della vita nell’autenticità delle scelte.
Elisabetta Nicoli, Giornale di Brescia


Agnello di Dio è qualcosa di più, ma molto molto di più, dell’analisi acuta di un conflitto generazionale. È assolutamente di più di una fredda analisi delle caratteristiche e degli eventuali guasti formativi ed educativi che possono derivare da un’impostazione confessionale dell’insegnamento. È anche molto di più di una regia attenta e vibrante, di una splendida scelta scenografica, è di più persino della scintillante prestazione dei quattro bravissimi interpreti. È un dramma potente scritto da un autore che, da provetto e universalmente apprezzato romanziere qual è, ha il dono di una scrittura dotta e al tempo stesso fortemente comunicativa e assimilabile da tutti.
Un percorso intrigante permeato di una carica di pathos d’incredibile intensità che scorre nel profondo della narrazione, irruento e nascosto come un fiume sotterraneo, poi fatto esplodere in un sorprendentissimo finale.
patriziopacioni.com

Le parole dell’autore Daniele Mencarelli:
Una delle certezze del mondo adulto è accusare le nuove generazioni di aver incenerito i sentimenti, disperso ogni forma di umanità in nome del proprio egoismo assoluto: niente di più sbagliato.

 

Le parole del regista Piero Maccarinelli:
Ho sempre amato provocare le scritture di autori letterari, l’ho fatto anche con Daniele. È nato un testo potentissimo, con un linguaggio realistico ma mai naturalistico. Un testo che affonda a piene mani nella realtà, restituendola al pubblico lucida e tagliente.