Archivio / Teatro

La Maria Brasca

di Giovanni Testori, uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah

Archivio / Teatro

La Maria Brasca

di Giovanni Testori, uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah

Nei 100 anni dalla nascita di Testori e nella stagione del Cinquantesimo del Parenti sento necessario far rivivere sulla scena quest'esplosione di energia, che diverte e commuove.

La Maria Brasca è un personaggio femminile indimenticabile del teatro di Testori, una donna vincente che grida al mondo la potenza della passione e l’amore per la vita vissuta fuori da ogni convenzione: uno stimolo a inseguire i propri sogni e vivere con grande fiducia nel futuro.

Questo spettacolo in diverse stagioni ha fatto più di 300 repliche, ma oggi, guardando MARINA ROCCO interpretare l’incantevole limpidezza dei pensieri di Maria e vedendola così vibrante d’infanzia, di severità sensuale, di quel fascino che la avvolge senza che lei faccia il minimo sforzo, a me sembra sia rinato per avere una nuova, lunga vita. 

– Andrée Ruth Shammah

La Maria Brasca di Testori, viva e moderna nella lettura di Andrée Ruth Shammah.

Chiara Amato – PAC – Pane Acqua e culture

Fa la calzettaia la Maria Brasca in una fabbrica di Niguarda e fa l’amore, con qualche scandalo per la gente, come gli uomini; senza problemi. Ma un giorno le capita di innamorarsi di un ragazzotto più giovane di lei, nullafacente, un po’ mascalzone che la fa impazzire di passione. Alla Maria Brasca non importa se Romeo la tradisce. Lei sa che quello per Romeo è un amore definitivo e lo difende come una tigre perché vuole da lui cose definitive.

Così la stampa

Una Marina Rocco pallida, scombinata, inarrestabile, fatale […] Che regia fatta col cuore, che gioia questa Maria Brasca, due ore imperdibili in cui il cuore vola oltre ogni privazione.
Stefania Vitulli – Il Giornale

Andrée Ruth Shammah riesce a far vivere la parola drammaturgica testoriana in tutta la carne che è necessario ci sia e trasforma idealmente lo spettacolo in un inno alla vita, in una Nona di Beethoven, in quella piacevole scossa elettrica, quel brivido che corre lungo la schiena quando le endorfine danno significato alla parola gioia […] Marina Rocco incarna la protagonista accettando, e vincendo, la sfida di andare là dove non si tocca, in quella zona di continuo scambio tra anima e carne, nella ventralità che si dice e si racconta senza fronzoli o infiorettature. E fa tutto questo portando in dote al personaggio un sorriso fatto, insieme, di sole e di terra, e offrendo questo fiore alla platea con l’immediatezza di un paesaggio che appare, improvvisamente, dietro una curva.
Danilo Caravà – Milanoteatri.it

Il pubblico partecipa con entusiasmo resta coinvolto dalla recitazione degli attori e li omaggia a fine spettacolo di lunghi applausi, per la loro capacità di rinverdire la modernità di una storia scritta oltre sessant’anni fa ma ancora capace di disegnare con nitidezza i tipi psicologici sempre attuali.
Chiara Amato – PAC – Pane Acqua e culture

Una storia al femminile disegnata negli anni '60 con efficace realismo sociale dal drammaturgo Giovanni Testori.


Ritratto sapiente di una donna capace di lottare senza mai cedere davanti a “sta bestiata che è il mondo”.

Avvenire

Negli anni ‘60 fu Franca Valeri a farla esistere sul palcoscenico ma poi, con la mia regia, per anni è stata il grande successo di Adriana Asti e ora, nei cento anni dalla nascita di Testori e nella stagione del Cinquantesimo del Parenti, è necessario un passaggio di testimone per continuare a far vivere sulla scena questa esplosione di energia che ci diverte e ci commuove.

Dopo essere stata la mia protagonista ne Gli Innamorati di Goldoni, Ondine di Giraudoux e, più recentemente, una memorabile Nora in Casa di Bambola, MARINA ROCCO è sicuramente l’attrice perfetta per entrare in questo spettacolo e farlo rivivere così come ha vissuto per tanti anni nell’edizione amata dal suo autore.

Sento, adesso, a trent’anni dalla prima edizione e ventitré dalla ripresa, la necessità di far rinascere “quello” spettacolo, perché, affascinata da quella volontà di Maria di non cedere, di difendere tutto ciò che rappresenta la sua vita e non aver paura di parlare di felicità (uno stato d’animo così prezioso ma assente nel teatro di Testori e così raro nella drammaturgia contemporanea) credo sia importante rilanciarlo nel tempo futuro per altre centinaia di recite.

Io ci credo perché il testo è ancora così fresco, potente nel messaggio e lo spettacolo fa vibrare la comunicazione tra divertimento (le scene con le sorelle sono irresistibili) e commozione (lei che rimane in sottoveste in cucina, disperata) e il gran finale in dialogo con il pubblico, un finale positivo che lascia gli spettatori divertiti, con lo stimolo a vivere le proprie passioni e i singoli desideri con grande fiducia e allegria!
La scena è una delle più belle del mio scenografo storico Gianmaurizio Fercioni e le musiche, quelle indimenticabili di Fiorenzo Carpi.
Sì, ne sono certa, è il momento giusto per far rivivere questo capolavoro e questo mio spettacolo così fortunato, per chi non l’ha visto e per quelli che vorranno rivederlo.

– Andrée Ruth Shammah

Rassegna stampa