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Tutti non ci sono

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Tutti non ci sono

In scena il labile confine tra pazzia e normalità in uno spettacolo. D’Ambrosi torna con il suo spettacolo cult che debuttò a New York nel 1980 al MaMa Experimental Theatre.

È il 1978 e in ossequio alla Legge 180 di Franco Basaglia, chiudono i manicomi. I pazienti vengono dimessi dagli ospedali psichiatrici, catapultati nel mondo, lì fuori, dove ‘il matto’ è ingombrante, scomodo, qualcosa di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità.

Un paziente psichiatrico in camice, pigiama e pantofole esce da un ospedale con in mano una gabbietta vuota e vagando senza meta per la città arriva in teatro. Si avvicina al pubblico, obbligato quindi a confrontarsi con la diversità. Invita lo spettatore a fare azioni stravaganti, a pronunciare parole imbarazzanti, ad accarezzarlo: ricrea perfettamente lo spiazzamento emotivo e quella ritrosia tipica di chi si trova di fronte a un vero malato di mente.

Una rappresentazione sincera che fa riflettere sul concetto stesso di pazzia al di là dei comuni preconcetti e sul rapporto tra la nostra presunta normalità e quello che chiamiamo follia.

In occasione dei 40 anni di Teatro Patologico