È molto atteso a Milano il debutto della pièce «Il fu Mattia Pascal», tratto dal romanzo di Pirandello, nella nuova versione di Marco Tullio Giordana, anche regista, e Geppy Gleijeses, al Teatro Parenti, da domani a domenica.
Rispetto a quella ben nota di Tullio Kezich, regia Luigi Squarzina, protagonista Giorgio Albertazzi, questa riduzione si caratterizza per la sua inquieta teatralità e per avere evitato gli elementi letterari e filosofici che abbondano nel testo. Credo che Geppy si sia ricordato del suo «Liolà», con la regia di Squarzina, sicuramente una «lettura» del testo che occupa, nella storia delle messinscene, un posto importante. Perché ho ricordato «Liolà»? Perché, nella prima parte di questa messinscena, che vede Mattia mettere incinte sia la bella Romilda, interpretata da Roberta Lucca, sia Oliva, della seducente Francesca Iasi, per permettere a Batta Malagna, un perfetto Ciro Capano, di diventare padre, ritroviamo, non tanto il sapore farsesco di Liolà, quanto quello umoristico di Mattia, forme del comico di cui Geppy Gleijeses è maestro.