Michael Frayn era conosciuto, in tutto il mondo, per lo spettacolo «Rumori fuori scena», ritenuta la commedia più divertente del secolo scorso, fino a quando non scrisse «Copenaghen», considerato il suo capolavoro drammatico che, in Italia, è stato più volte rappresentato dalla Compagnia formata da Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Massimo Popolizio, già Mauro Avogadro, a dimostrazione che esistono dei bravi drammaturghi che possono passare, con disinvoltura, dalla commedia esilarante alla tragedia, dal fare ridere a crepapelle, a fare riflettere sulla responsabilità della scienza e degli scienziati quando lavorano sulla scissione dell’atomo. Argomento trattato in «Copenaghen», dove l’autore fa incontrare due premi Nobel come Niels Bohr e Werner Heisemberg, impegnati nella costruzione della bomba atomica: il primo in America, il secondo in Germania. Michael Frayn rimase incredulo dinanzi al successo di «Copenaghen» che aveva doppiato il successo di «Rumori fuori scena», tanto che si affrettò a dire che, quando un opera di fiction tratta di personaggi ed eventi storici è giusto e ragionevole sapere o conoscere quanto di vero esista e quanto ci sia di invenzione, dilemma che esiste anche per una commedia comica come «Rumori fuori scena», al Parenti da oggi al 23 luglio con la regia di Massimo Chiesa e la talentuosa The Kitchen Company.