Un inno alla gioia. Alla vita che ricongiunge le leggi del desiderio a quelle della terra e della natura. Quindi, inevitabilmente, femminile. Questo è L’uomo seme, sorprendente quanto affascinante memoir (in Italia pubblicato da Playground/Fandango) di un’autrice misteriosa, Violette Ailhaud, che lo consegna al Novecento tramite un manoscritto dalle curiose vicende testamentarie. Siamo in Alta Provenza, nel 1852. Luigi Napoleone Bonaparte si è autoproclamato imperatore, la Repubblica è morta, chi si ribella finisce male.