MILANO — Si può raccontare Amleto attraverso Marilyn e Shakespeare con una canzone di Sinéad O Connor? Trasformare la corte di Danimarca in una gabbia delle belve o prendere tra le mani il teschio, ma glitterato alla Damien Hirst, e dire “Essere e basta”. È qualcosa di diverso e di più questo Amleto2, “l’Amleto al quadrato”, di Filippo Timi ogni sera esaurito tra applausi entusiasti al Franco Parenti di Milano che lo produce e dove festeggerà anche il 31, prima di partire in tournée. Straccione, regale, furente, malinconico, è un Amleto al quadrato perché è un accumulo di stratificazioni: c è Shakespeare e Carmelo Bene, c è Timi autore, regista, attore e le sue ossessioni, i ricordi, le gag. E ci sono le sue attrici predilette, che già 15 anni fa erano nella prima edizione dello spettacolo: Lucia Mascino che è una straripante Gertrude a gambe larghe sui braccioli del trono, Marina Rocco, splendida Marilyn, Elena Lietti struggente Ofelia e, accanto a loro, in diversi ruoli, Gabriele Brunelli.