Questo è uno di quegli spettacoli che ti impregnano l’anima con l’odore delle loro emozioni, assomiglia a una di quelle luci il cui alone persiste nella retina, anche dopo che si sono spente […] Il regista Raphael Tobia Vogel riesce a tradurre efficacemente una storia in bilico tra il dramma sociale e la fantascienza, in una serie di quadri nitidi, precisi al pari della pittura iperrealista, muove i pezzi di questo gioco con la maestria di un consumato scacchista, e lascia volutamente il Prime visibile nei momenti di attesa, di stand-by, quando respira virtualmente quel nugolo di parole, quel precipitato fonetico delle emozioni umane che si consumano intorno a lui.