Anna Nogara: la vestale di Carlo Emilio Gadda
a cura di Mattia Rizzi
«Una rossa decisa». Si potrebbero prendere in prestito le parole cantate da Giorgio Gaber per descrivere Anna Nogara, interprete trascinante de Il racconto dell’incendio di via Keplero, spettacolo prodotto dal Teatro Franco Parenti. Mettendo in scena una novella breve di Gadda, già pubblicata sulla rivista «Il Tesoretto» nel 1940, l’attrice milanese regala al pubblico un’interpretazione ironica e magistrale.
Proprio come una favilla vagante e pronta a far scoppiare un nuovo incendio, Nogara si sposta tra i due palchi della Sala Tre, accompagnata da un bravo musicista-rumorista, che traduce in suoni le parole dell’ingegnere scrittore. La distanza tra chi recita e chi assiste allo spettacolo è annullata: gli spettatori, infatti, sono disposti lungo due file parallele e si guardano negli occhi. L’attrice, nel frattempo, si traghetta da un lato all’altro dello spazio scenico e cerca il contatto con il pubblico, che si sente sempre più parte dell’irresistibile monologo.
Le vicende del racconto sono condensate in appena «tre minuti», ma il tempo viene dilatato dall’ingegnere romanziere grazie a una serie di storie in analessi. Descrivendo lo stabile di via Keplero, Gadda riassume l’intero universo borghese, così come suggerisce il nome dell’astronomo dell’indirizzo. Il racconto si apre infatti con una bambina di tre anni e si chiude con una coppia di anziani, tutti individui appartenenti a un grottesco microcosmo, che viene ora sconvolto da fiamme con una funzione liberatrice e rivelatrice. Ognuno dei personaggi, infatti, «vive nel corso di quei tre minuti un’esperienza quasi catartica, liberandosi dalle sovrastrutture del proprio ruolo sociale per rivelare la propria essenza profonda spesso in contrasto con quello» (E. Fumi).
Chi meglio di Anna Nogara per vestire i panni della vestale di Carlo Emilio Gadda e mettere in scena questo racconto pirotecnico? L’attrice si muove infatti a suo agio tra i lunghi cataloghi di digressioni della storia ed è in grado di restituire due componenti centrali nel testo dello scrittore: l’attenzione maniacale per il dettaglio e il vivace e imprevedibile lessico gaddiano. Portando a termine una prova mnemonica non indifferente, Anna Nogara si dimostra ancora una volta un’interprete capace di raffinata ironia e di esplosiva vitalità.