Dagli albori del teatro: a lezione con Carlo Boso
di Chiara Narciso
Dal Teatro greco alla Commedia dell’arte, il maestro Carlo Boso ha tenuto una masterclass di tre giorni al Franco Parenti, esplorando con i partecipanti i topoi delle prime forme del teatro. Il lavoro suddiviso nelle diverse giornate è partito dagli esercizi attoriali basici di preparazione fisica e vocale, per poi concentrarsi sugli elementi chiave delle forme teatrali analizzate. Tra gli strumenti studiati, riprodotti e utilizzati in scena dai partecipanti della masterclass c’è anche la maschera. Impiegata dai tempi degli antichi greci per amplificare la voce e distinguere i differenti personaggi e poi ripresa dalla Commedia dell’arte, oggi indica la forte caratterizzazione dei protagonisti nei diversi componimenti teatrali.
Maestro della Commedia dell’arte, Carlo Boso si sofferma durante le sue magistrali lezioni sul concetto essenziale della domanda: «Tutta la retorica teatrale, dai tempi del Teatro greco, si basa sull’alternanza tra domande e risposte». Il sistema attuale dell’istruzione, continua Boso, non favorisce il processo naturale e istintivo della ricerca di risposte, basandosi esso prettamente su insegnamenti e dottrine da imporre agli studenti. Mentre guida gli allievi, egli sottolinea ancora la rilevanza del fare domande ai partecipanti alla masterclass. Lo studio proposto in questa sede si basa su testi storici e improvvisazioni; l’essenziale è interessarsi all’altro durante la rappresentazione, porre l’attenzione sugli altri attori con cui si lavora.
Carlo Boso conduce le lezioni dalla sua sedia posta al centro e di fronte alla scena, a contatto diretto con i performer, che si cimentano sia con la pantomima e le modalità del comico che con la tragedia greca. Come una voce fuori campo, il maestro suggerisce lo sviluppo della scena attraverso azioni concrete, gesti, parole e attitudini che caratterizzano i diversi personaggi. Se il lavoro sulla tragedia si focalizza su Le Baccanti di Euripide, quello sulla Commedia dell’arte prende spunto dalle principali maschere per poi evolversi in un’improvvisazione. Oltre a questa, protagonista della masterclass è l’opera Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni.
Al termine delle tre giornate, Carlo Boso, insieme ai partecipanti al laboratorio, ha riproposto l’esito del lavoro svolto nello spazio dei Bagni Misteriosi. Gli attori hanno prima mostrato le tecniche apprese per poi cimentarsi nella messa in scena dei quadri selezionati. Nel finale dedicato ad Arlecchino, Ferruccio Soleri, storico protagonista del celebre adattamento firmato da Giorgio Strehler, si è cimentato insieme a Boso, nei panni di Pantalone, in un omaggio a Franco Parenti.