Musica e parole: storia di un matrimonio che non s’ha da fare
di Angelica Ferri
In occasione dei centocinquant’anni dalla morte di Alessandro Manzoni, con Questo matrimonio non s’ha da fare la Sala Grande si riempie del racconto del celebre autore milanese. Guidati dalla voce e dall’intensa interpretazione di Ettore Bassi e dalle melodie per pianoforte composte e suonate da Marco Beretta, il pubblico del Teatro Franco Parenti lunedì 30 Ottobre ha ripercorso i passaggi più significativi del romanzo che racconta le vicende di Renzo e Lucia, esplorando la potenza delle parole rese tridimensionali dall’energia della musica. Il palcoscenico è spoglio, il fondale è bianco e lo spazio è condiviso solamente da un bellissimo pianoforte a coda e da un leggio, strumenti fondamentali per gli artisti protagonisti di questo melologo. È proprio grazie alla semplicità della forma che l’essenzialità della storia si fa realtà nell’immaginazione di ognuno degli spettatori, creando uno scenario di vita autentica e concreta.
Ettore Bassi entra in scena accompagnato dalla musica e inizia così il viaggio del pubblico, che dalle poltrone del teatro viene trasportato sulla stradina sterrata del piccolo paesino lungo quel ramo del Lago di Como, dove Don Abbondio è atteso dai Bravi. La melodia prosegue e con essa anche la storia dei due giovani fidanzati, costretti ad interrompere i baldanzosi preparativi del loro giorno di nozze e a scappare dalla terra natia, abbandonando i sogni di stabilità per andare incontro a un futuro incerto. Tra le mura del convento della Monaca di Monza sembra di sentire ancora le preghiere di due giovani donne accomunate dai loro desideri infranti ma unite dalla fiducia nella Provvidenza.
Le strade di Milano, vuote e animate solo dal dolore della peste, riportano invece il pubblico al periodo della pandemia, rendendo ancora più comprensibile l’angoscia della solitudine e la paura della malattia che riempivano il cuore di Renzo e Lucia. Il melologo si conclude, come tutti sappiamo, nel migliore dei modi: la colonna sonora congeda il pubblico e fa strada verso l’altare alla giovane coppia ritrovata; sul palco però rimane indelebile un prodigioso affresco di un’epoca e di un’acuta, e attualissima, analisi dell’animo umano che Alessandro Manzoni dipinse e che ancora oggi si rianima alla sola lettura delle prime pagine del suo romanzo.