Vittime o carnefici? Con la carabina
di Claudia Maria Baschiera
È una sala piccolissima, la Sala Tre del Teatro Franco Parenti. Un ambiente per pochi intimi, senza un palco vero e proprio e uno spazio scenico che il pubblico rischia di invadere da un momento all’altro. Ѐ in questo ambiente che va in scena Con la carabina di Pauline Peyrade, diretto da Licia Lanera e interpretato da Ermelinda Nasuto e Danilo Giuva.
Vincitore del Premio Ubu 2022 per miglior regia a Licia Lanera e miglior testo straniero/scrittura drammaturgica alla giovane drammaturga Pauline Peyrade, lo spettacolo racconta in nemmeno un’ora una vicenda ispirata dalla cronaca e portata a un’estrema, lucida cattiveria. Trasposto dal francese a un italiano in parte dialettale, il testo rende il pubblico colpevole testimone di due fatti ignobili come uno stupro e un omicidio di due personaggi senza un nome.
Dopo essere stata abusata da ragazzina da un amico di famiglia in un luna park ed essere stata giudicata come consenziente dal tribunale, la donna decide di farsi giustizia da sola. Rapisce l’uomo, lo sevizia psicologicamente e fisicamente, sceglie lei stessa il destino dell’altro come in passato lui ha fatto con lei. Non ci sono nomi o soprannomi perché questa è una storia suo malgrado universale, divisa in due blocchi temporali che continuano ad alternarsi senza sosta. Nella spoglia scenografia di un tavolo – su cui è appoggiata una ruota panoramica in miniatura –, due sedie e un armadio, presente e passato corrono e si rincorrono a vicenda in questa pièce: l’alternanza temporale è resa evidente semplicemente grazie al cambio della posizione dei riflettori, della gestualità degli attori e di qualche capo di vestiario.
A sconvolgere la platea è la facile crudeltà che inonda le azioni dei protagonisti, che usano oggetti di scena solitamente innocui come le luci dei riflettori per far soffrire l’altro, mettere a disagio lo spettatore e trasformare carnefice in vittima e viceversa. Non è solo violenza, è pura e semplice crudeltà. Al sangue deve rispondere sangue. Così si forma la vendetta di una donna.