di Massimo Recalcati
regia Valter Malosti
introduzione di Massimo Recalcati
con Marco Foschi, Federica Fracassi, Danilo Nigrelli
progetto sonoro e live electronics Gup Alcaro
chitarra elettrica Paolo Spaccamonti
luci Umberto Camponeschi
assistente alla regia Thea Dellavalle
produzione Teatro Franco Parenti / TPE – Teatro Piemonte Europa /
ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
Il linguaggio potente incontra lo stile altrettanto forte del regista Valter Malosti in evidente stato di grazia artistica. Il progetto sonoro è del visionario Gup Alcaro, già vincitore di due premi Ubu, da quindici anni al fianco di Malosti nelle sue sperimentazioni. Accanto a lui, il compositore e chitarrista Paolo Spaccamonti, uno dei più originali musicisti dell’avant-rock noto anche a livello internazionale.
A rendere le note e le parole tangibili, i tre straordinari attori Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, pluripremiati e tra i più amati dalla critica e dal pubblico.
Una preghiera laica sull’amore e la relazione con l’altro come unica possibilità di senso.
– Antonio Sanfrancesco, Famiglia Cristiana
Una nostalgia di infinito e un desiderio di resurrezione che commuove […] Amen incalza in un finale trascinante e liberatorio, come benedizione su ogni aspetto della nostra vita, sulla sua bellezza struggente, sul nostro battito del cuore, sulle nostre paure, sui nostri amori, sulle nostre passioni.
– Angela Calvini, Avvenire
Un linguaggio forte, intenso, che trascina il pubblico al cospetto di queste anime nude. Meravigliosa l’interpretazione della madre di Federica Fracassi che riesce a trasmettere tutti gli intimi moti dell’anima di una donna che non ammette l’opzione di arrendersi e accettare la morte del figlio, mentre tutti intorno a lei attendono rassegnati che ciò che ritengono inevitabile si compia.
– Adelaide Cacace, Mentinfuga.it
Ed è l’Amore, l’altro elemento, quello che permette di andare oltre. Oltre le graffianti parole, lette nello stesso tono cupo a cui fa eco il colore altrettanto cupo e graffiante della musica, che sembra forzare la gabbia della parola e impadronirsi del senso. I tre attori riescono a emozionare nella voce sobria, profonda che vuole fare a meno del corpo.
– Barbara Varriano, Teatro.it
In Amen si rispecchiano efficacia di linguaggio filosofia, psicanalisi, teologia, pensieri sulla vita e sulla morte.[…] Ma soprattutto ne esce l’ enunciazione, nitida e sconvolgente nel suo paradosso, che la vita c’è ben sapendo della morte, proprio come la parola “amen” benedice la luce e insieme annuncia il congedo.
– Anna Bandettini, la Repubblica