Cartellone 2025 - 2026 / Teatro

Chi come me • 22 Settembre - 26 Ottobre e 8 Gennaio - 1 Marzo

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Chi come me • 22 Settembre - 26 Ottobre e 8 Gennaio - 1 Marzo

Torna in scena l’ultimo grande successo di Andrée Shammah, uno spettacolo che ha stregato oltre 15.000 spettatori immergendoli in una profonda e toccante esperienza umana testimoniata dagli innumerevoli messaggi ricevuti da adolescenti, genitori, psicologi e giovani in cura.

Uno spettacolo di cui siamo protagonisti dal primo all'ultimo minuto. Regia perfetta, attori bravissimi maggiorenni e minorenni, in una sala nuova ma che ha già il vissuto del teatro. Cinque ragazzi di cui si risentirà parlare.

– Maurizio Porro

Cinque giovani attori, sorprendenti per maturità espressiva, interpretano un gruppo di adolescenti ricoverati in un centro di salute mentale. Isolati, fragili, ma attraversati da un urgente e comune bisogno di vivere, trovano nelle lezioni di teatro con l’insegnante Dorit un varco verso sé stessi. Il teatro diventa così cura, gioco, salvezza. Una storia vera, ispirata alla reale esperienza dell’autore Roy Chen, diretta con grazia e forza emotiva da Shammah.

Così la stampa


Shammah ha creato uno spettacolo di rara forza coinvolgente. […] Molta commozione, dunque, ma anche sorriso e tenerezza. E ti sembra di vivere le loro giovani e pesanti fatiche, i dolori e le scoperte. Si diventa un gruppo, e a ognuno pare anche di entrare a guardare un po’ in sé stessi. […] In questo spettacolo reso magico dalla delicatezza e dalla profondità della regia, il teatro è libertà del sentire sapientemente composto con l’arte della ragione per coinvolgere e dare quella materia indispensabile alla vita che è la speranza.

– Magda Poli, Corriere della Sera


È un successo bello e non pretestuoso questo spettacolo semplice, delicato che scioglie, con grazia e innocenza, il dramma del disagio giovanile in una storia di solidarietà e condivisione umana.

– Anna Bandettini, la Repubblica


Si ride e si piange, alternativamente, in questo spettacolo adattato e diretto con rara grazia da Shammah, complici le poetiche musiche, scene e luci e soprattutto l’intima location: la nuova sala a2a del Parenti, una breccia scavata nei muri tra il palcoscenico grande e la piscina, cioè l’arte e la natura, la finzione e la realtà.

– Camilla Tagliabue, Il Fatto Quotidiano


Cinque attori giovani ma prontissimi, adulti senza una sbavatura e una sala che abbraccia uno spettacolo che è un’idea di mondo. La verità è che questo spettacolo fa qualcosa di diverso – di più – di rappresentare il potere curativo del teatro. Qualcosa di meglio di uno spettacolo riuscito. Fa vincere la vita sulla finzione.

– Chiara Palumbo, Cultweek


Chi come me ha stregato gli spettatori, irretiti e sedotti in quello che è più di uno spettacolo teatrale, per toccare punte di commovente e profonda immersione nella condivisione di un’esperienza umana. Il coinvolgimento di questa pièce va ascritto ad Andrée Shammah che ha saputo infiammare una compagnia di giovanissimi interpreti (dai tredici ai diciassette anni) capaci di una maturità espressiva sbalorditiva, abilissimi nel rendere i diversi disagi psichici di cui son portatori.

– Gianfranco Previtali Rosti, Corriere dello spettacolo


Una lezione di vita, rara da trovare. […] Chi come me è una storia emozionante, appassionante e riflessiva. È il senso autentico del teatro che, non a caso, ha un significato centrale nella stessa storia raccontata. Lunghi applausi finali. Quando c’è lo zampino della Shammah, il risultato è sempre carico di originalità.

– Massimiliano Beneggi, Teatro e Musica news


Non si sarebbe potuta trovare metafora scenica più potente per la necessità del teatro, sottolineandone il valore terapeutico esistenziale, e, financo, spirituale. Che funambolica camminata si percorre con questo spettacolo, in equilibrio sopra la follia, accettandola come parte di sé per cui provare compassione, come un momento di crescita.

– Danilo Caravà, Milano Teatri


La forza di questo testo è sicuramente nel perfetto bilanciamento del dramma con il comico, e financo il grottesco. Si ride parecchio e ci si diverte, nonostante si tratti di una storia tutt’altro che leggera. […]

– Paolo Martini, dramaholic.it

Lettera del professor GUSTAVO PIETROPOLLI CHARMET

Gentile Direttrice Andrée Ruth Shammah,
l’altra sera ho assistito alla rappresentazione di Chi come me e sento urgente bisogno di comunicarle il coinvolgimento, la commozione e lo stupore che la splendida messa in scena e recitazione mi hanno provocato.
Non pensavo sarebbe stato possibile rappresentare su un palcoscenico la trama affettiva e il particolare clima relazionale che si stabilisce in una comunità terapeutica per adolescenti e invece la messa in scena che lei ha diretto è riuscita a trasmettere la frenesia, la rabbia, il bisogno di esprimersi e di essere ascoltati, l’intensità complessa e furibonda della relazione con i coetanei e con il personale curante della comunità.
Devo confessarle che la strabiliante recitazione dei ragazzi mi ha molto coinvolto e mi ha fatto capire di che livello di competenza dispone lei e il suo impareggiabile gruppo di lavoro. Anche il contenuto sociale dello spettacolo mi ha trovato radicalmente d’accordo e penso che la vostra rappresentazione del dolore e della rabbia giovanile, oltre alle strepitose capacità espressive sia nel canto che nella danza e nella comunicazione di gruppo, siano molto efficaci. Anche la caricaturale e ironica nonché drammatica presentazione del ruolo dei genitori e degli adulti in generale, mi ha colpito e, pur condividendola solo in parte, l’ho trovata assolutamente compatibile e convincente a livello di comunicazione teatrale.
La ringrazio anche a nome di parenti e colleghi con i quali ho condiviso la visione dello spettacolo e posso dirle che mia moglie, che fa il mio stesso lavoro, e io la mattina dopo abbiamo dovuto ammettere di essere ancora dominati dalle emozioni suscitate da Chi come me.

– Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta che ha dedicato la vita al lavoro con gli adolescenti e le loro famiglie

Così il pubblico

Bellissimo da vedere!!!! Attori bravissimi e complimenti alla regia.


Invitate tutte le scuole di Milano!!!!!!!!!!


Complimenti davvero agli attori (molti giovanissimi e bravissimi) e alla regia. Spettacolo stupendo!!! Vorrei venire a vederlo una seconda volta!!!


Complimenti! Spettacolo intenso e commovente. Da vedere!


Da non perdere. Attori giovani e super bravi.


Visto stasera. Una vera poesia! Complimenti a tutti gli attori e alla magnifica regista!


Spettacolo bellissimo ed emozionante.


Lo consiglio vivamente. Mi ha emozionato come tema trattato, a momenti con leggerezza, ma anche tanta profondità. Attori fantastici come la regia e la nuova sala.


È MERAVIGLIOSO!!! Evviva il teatro! Evviva la bellezza di questi ragazzi e di questi artisti!!! 

D’estate, nel 2019, ho ricevuto una telefonata dal Centro di salute mentale “Abravanel”. (“Era l’ora!” ha commentato mio padre). Mi invitavano ad assistere a una lezione di teatro durante la quale ragazzi tra i dodici e i diciotto anni avrebbero scritto e recitato dei testi teatrali. Ho trascorso con loro molte ore, nelle loro stanze, durante le lezioni, per i pasti e nel cortile del Centro. Ho avuto modo di vedere i loro disegni, leggere le loro poesie e ho giocato con loro a “Chi come me”, un gioco degli anni ’70 nato per “rompere il ghiaccio”. Mi sono aperto con loro, non meno di quanto loro si siano aperti con me. A volte sono tornato a casa con il sorriso, pieno di ottimismo, e a volte non vedevo la strada per le troppe lacrime.

Due maestre di teatro e una biblioterapista hanno portato avanti questo percorso per un mese e alla fine hanno messo in scena uno spettacolo, per un’unica volta, davanti a un pubblico di genitori, dottori e personale del reparto. Sapevo di non poter ripetere quello che avevo visto, ma ho seguito una mia strada. Ho scritto un testo teatrale sul bambino che sono stato, sui miei amici, parte dei quali, sfortunatamente, non sono sopravvissuti all’età dell’adolescenza.

Speravo che questo testo potesse far salire, almeno un po’, il livello di compassione che è sempre a rischio di affievolirsi. Il testo è andato in scena per la prima volta nel 2020 al Teatro Ghesher di Giaffa ed è rimasto in programma fino a oggi con grande successo. È stato poi tradotto in inglese, tedesco, russo e ungherese.

Roy Chen

Roy Chen è nato nel 1980 a Tel-Aviv, dove vive con la moglie e il figlio. Da giovane traduttore di letteratura classica dal russo all’ebraico – ha tradotto Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Cechov, Bunin, Charms e molti altri – all’età di diciannove anni ha iniziato a lavorare in teatro. Dal 2007 è diventato il drammaturgo stabile del Teatro Gesher, uno dei teatri più importanti di Israele.

L’album di Michele Tadini con le musiche dello spettacolo è disponibile sulle principali piattaforme.

22 Settembre - 26 Ottobre e 8 Gennaio - 1 Marzo

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